In uno dei numeri di Economia e Cultura, rivista edita da Il Mulino, si affronta un tema ancora poco dibattuto in Italia: il ruolo sempre più fondamentale che la cultura ha assunto anche nella promozione e nel sostegno della salute e del benessere, oggetto di attenzione e di progetti da parte delle politiche pubbliche di vari Paesi (USA, Regno Unito, Francia, Paesi nordici). Anche in Italia stanno sorgendo a macchia d’olio molte iniziative di questo tipo, come quelle della Provincia Autonoma di Bolzano e della regione Emilia Romagna (teatro e salute mentale), o di poli museali come la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la cui direttrice lavora con i pazienti affetti da Alzheimer.
Ricordiamo inoltre la creazione della sala cinematografica all’interno dell’ospedale Niguarda di Milano, e la ben nota valenza terapeutica della danza nell’alleviare i sintomi del Parkinson che ha dato origine al progetto Dance Well a Bassano del Grappa, o ancora la pregnanza artistica dell’ambiente ospedaliero con l’impegno di Renzo Piano. E gli esempi potrebbero continuare.
Inoltre, una serie di indicatori tratti dall’indagine ISTAT 2016 richiamano le positive evidenze dei rapporti cultura-salute-longevità, da cui risulta che non frequentare i luoghi della cultura coincide con un giudizio negativo sulla propria salute, mentre il contrario accade in caso di una vita culturale più soddisfacente.
Questo rapporto, tuttavia, non riguarda solo gli individui, ma si riflette anche sulle organizzazioni, dove la mancanza della cultura come linfa rigenerante del tessuto sociale crea realtà asfittiche incapaci di avere vision e innovazione, generando in aggiunta diseguaglianze ed esclusione sociale nei tessuti urbani. L’impatto delle esperienze culturali sul benessere psicologico generale si dimostra, nel caso italiano, superiore a quello di molte variabili prese in considerazione dalla maggioranza degli studi sulla salute pubblica, aprendo nuove prospettive di notevole interesse.
Proprio partendo da questi dati e da queste esperienze, Jointly ha messo in campo con alcuni partner delle iniziative che vanno nel senso sopra indicato. Tra queste ci sono: il Museum Personal Trainer, organizzato da Impresa&Cultura e customizzato per le aziende partner e i loro dipendenti, con visite basate su un approccio personalizzato, dinamico ed esperienziale, durante le quali i visitatori sono guidati da una persona esperta di storytelling che li stimola a costruirsi una loro esperienza, condividendo commenti e immagini; gli aperitivi d’arte e i corsi di pittura con AbOvo; i corsi di scrittura creativa, di scenografia o gli incontri con scrittori di Linea Scritta; i laboratori teatrali di Dillinger che si basano sulla ricerca interiore e sulla messa in gioco delle persone attraverso le tecniche di recitazione; corsi di formazione di vario genere per sviluppare le proprie competenze e sviluppare le proprie potenzialità; viaggi culturali costruiti ad hoc.
Fabio Galluccio
Jointly – Il welfare condiviso
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