
Laura Torretta, Counselor Organizzativo ad indirizzo Sistemico Relazionale
Caro lettore siamo alla quinta tappa di questo viaggio tra sistemi e relazioni, abbiamo attraversato il risveglio di sé con la pratica dell’auto-osservazione, ci siamo soffermati sulla possibilità di riattivare il circuito dell’adultità con transazioni sostenibili, abbiamo riflettuto sulla metamorfosi del lavoro in atto nella quarta rivoluzione industriale, ci siamo addentrati nel labirinto delle relazioni organizzative.
Torniamo oggi a osservare ciascuno di noi come Persona respons-abile di vivere attimo per attimo nella massima consapevolezza delle proprie emozioni e delle proprie azioni, per evolvere in modo sostenibile ad esprimere il proprio potenziale di vita.
Mi sento di affermare che nei secoli dei secoli la maggior parte di queste riflessioni è già emersa lasciando ai posteri l’ardua sentenza, ri-parafrasando, direi l’ardua pratica del ‘saper essere’.
Possiamo transitare tra oscurantismo, illuminismo, rinascimento ma al centro di ogni cambiamento resta la persona, sicuramente più tecnologica, ma ancora oggi in perenne bilico tra ragione ed emozione, percezioni e intenzioni, azioni e reazioni. Cerchiamo e ricerchiamo congruenza ma come un equilibrista per stare in equilibrio sulla fune della vita dobbiamo muoverci. Il dilemma è come e dove? La ricerca virtuosa di una rel-azione sostenibile con il nostro sé e quello degli altri attori con cui interagiamo è dinamica, presuppone comportamenti e valori agiti con l’esempio, la pratica e l’apprendimento esperienziale continuo.
Aumentano le liste di skills che dovremmo avere nel futuro del lavoro che sempre più sono abilità a vivere la vita e mi permetto di associarle alle counseling skills alla base della formazione di un professional counselor. Il problema resta culturale e di apprendimento esperienziale, soprattutto resta una scelta autonoma!
Credo che la tras-formazione per lo sviluppo di questi valori di ‘saper essere’ agiti, nella relazione consapevole di sé e degli altri, dovrebbe invece diventare un percorso obbligatorio per la propria crescita personale per tutti ma soprattutto per la crescita professionale di chi assume la responsabilità dello sviluppo di altri… genitori, insegnanti, manager… politici!
Sono positiva, credo profondamente nel potenziale umano, credo anche che non valga la pena e non sia giusto aspettare che qualcosa avvenga dall’esterno, sarebbe meglio e auspicabile, ma è nostra responsabilità, agire per il nostro benessere e quello della società, penso che non sia mai troppo tardi per rimettersi in cammino, apprendere ed agire in coscienza diritti e doveri civili, sviluppare relazioni adulte sostenibili in ogni sistema di vita.
La psicologia positiva e le sei virtù della buona vita: fuori dal lamento!
Uno stile di pensiero evolutivo è decisamente positivo e si relaziona con una predisposizione all’ottimismo. Un contributo fondamentale a questa prospettiva viene da Martin E.P Seligman che a partire dagli anni ’70 ha elaborato la psicologia positiva contribuendo allo sviluppo di nuove teorie cognitive.
Siamo bravissimi a reiterare gli stessi schemi mentali, ad alimentare credenze e profezie attivando meccanismi perversi di auto-affermazione delle nostre certezze ‘percepite’. Riformulando: smettiamola di lamentarci di quello che è stato e non possiamo più modificare, chiudiamo i cicli aperti, andiamo verso nuove direzioni di ben-essere assumendo la respons-abilità in autonomia delle nostre scelte e dei nostri comportamenti.
In parallelo, Seligman elabora e sperimenta anche una equazione matematica che chiama la formula della felicità il cui risultato finale nonostante i condizionamenti esterni può essere di gran lunga influenzato dai nostri atteggiamenti e comportamenti cioè da fattori che noi possiamo cambiare. Vivere pienamente la vita attimo per attimo assaporando piaceri e gratificazioni aiuta a radicare ulteriormente il benessere.
Alle sue ricerche con team multifunzionali e interdisciplinari si fa risalire un nuovo sistema di classificazione e misurazione delle “sanità umane” viste come ‘potenzialità inespresse’ e valori fondamentali ‘per alimentare la buona vita’: l’autore individua sei virtù da cui vorrei partire.
- Saggezza e Conoscenza: la capacità di essere curiosi, aperti alla scoperta e allo scambio di saperi
- Coraggio: la capacità di agire nonostante le paure, trovare energia nelle avversità
- Amore e Umanità: la capacità di esprimere i sentimenti con empatia, gentilezza e compassione
- Giustizia: la capacità di essere onesti e autorevoli promuovendo la convivenza e i diritti individuali
- Temperanza: la capacità di auto-efficacia, andare avanti perdonando gli errori a se stessi e agli altri
- Spiritualità e Trascendenza: la capacità di dare significato alla vita in modo più profondo oltre l’io.
I valori agiti della consapevolezza: il tuo cielo stellato e un firmamento di risorse!
In questo spazio mi autorizzo a connettere lo stato del nostro vero sé ad alcuni valori e virtù di consapevolezza agita, ritengo siano fondamentali da sviluppare e praticare con l’esempio nei comportamenti quotidiani affinché non restino per altrettanti secoli una pura dichiarazione di intenti spesso scritti sulle pareti delle organizzazioni e nei codici etico-deontologici dei professionisti!
INCLUSIONE
L’inclusione della diversità e il dialogo interculturale contribuiscono all‘emergere di un nuovo umanesimo oltre i paradossi della globalizzazione e dei localismi, oltre i muri e i silos dei bias e degli schemi mentali. Lo cito per primo perché è alla base di un mondo che aspiri alla pace, alla democrazia, alla giustizia, ai diritti umani; un mondo che sostenga le categorie più deboli come i giovani, le donne, gli anziani, i ‘diversamente abili’; un mondo che spontaneamente vede la ricchezza di chi non ci somiglia e non deve imporre “quote rosa” o “numeri chiusi” per accedere ai centri di potere o salire l’ascensore sociale. Tanta strada davanti ma anche scintille accese di ardente passione, vedo sicuramente singole persone in cammino fuori dal disagio esistenziale che vogliono ricominciare con i fatti a prendersi cura di sé e degli altri, rendendo i sistemi che abitiamo più solidali e sostenibili.
RESILIENZA
In un contesto come abbiamo condiviso VUCA (volatile, incerto, complesso, ambiguo) rischiamo di essere sopraffatti dalla paura dell’ignoto e rifugiarci in schemi comportamentali di pura sopravvivenza sacrificando tutte le possibilità evolutive della parte più pregiata del nostro cervello. Allora è importante nella relazione con noi stessi, con gli altri, con il mondo che ci circonda allenare e sviluppare questa forza interiore accogliendone tutti i vantaggi. Spazio allora a sperimentare nuove modalità e fare nuove esperienze, affrontiamo le ‘prime volte’ con coraggio ‘ fuori dal giudizio’ accettando errori e fallimenti per uscirne più forti e consapevoli, saremo di volta in volta meno sopraffatti dal cambiamento e dagli eventi imprevisti.
PRESENZA
Durante il mio percorso formativo di professional counselor ho riscoperto questa parola, ne ho compreso la potenzialità e la pratico con costanza. Sfido ciascuno di voi a riflettere in coscienza la sera sull’efficacia nella gestione del tempo e delle relazioni: quanto tempo sprecato a reagire per distrazioni e fretta frenetica? Quanto tempo investito consapevolmente per agire con attenzione e lucidità?….siate onesti! Sono in uno stato di vera presenza a me stesso e all’esperienza ‘hic et nunc’ (qui e ora) quando la mente non rimugina sul passato (ormai andato) e i pensieri non si proiettano sulle aspettative future (ancora da venire). Presuppone la capacità di connettere consapevolmente corpo e mente nell’esperienza, un respiro libero è un’ancora formidabile; l’abilità a vivere sensazioni ed emozioni in modo sincronico ai fatti senza pregiudizi. Solo così apprendiamo, sviluppiamo nuove risorse e punti di vista, scegliamo di agire in sintonia con le nostre più profonde intenzioni, accettiamo l’ignoto e la resa a quello che c’è e non possiamo modificare, recuperiamo sicuramente energie e benessere
LENTEZZA
Quanta verità nei proverbi e nella saggezza popolare! “Chi va piano…va sano e va lontano… chi va forte…” “E poi la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi”. Ancora una volta le sappiamo tutte a livello cognitivo ma la sfida attuale è praticare, allenare e dare l’esempio. Se vogliamo ritrovare uno stato di presenza e attenzione nella nostra vita frenetica occorre rallentare la corsa. Nella lentezza usciamo dalla bulimia dell’accumulo seriale di beni materiali, apprezziamo la bellezza del percorso del viaggio della vita, valorizziamo ‘le piccole cose’ e ‘i piccoli traguardi’, ci diamo merito dei successi a ‘piccoli passi’, assaporiamo le gioie quando si manifestano senza rischiare ‘di metterci cose sopra’ banalizzando la vita che scorre. Nella lentezza abbiamo più chiarezza e ordine su cosa viene prima e cosa viene dopo, scegliamo in autonomia con minori condizionamenti esterni, siamo più assertivi e mobilitiamo tutte le nostre risorse. Conosci la giornata mondiale della lentezza? E’ alla sua dodicesima edizione, è una giornata che invita a rallentare il ritmo di vivere, invita alla riflessione per ritrovare significato nella vita e per sviluppare maggiore equilibrio personale. L’augurio è di passare da una volta all’anno ad una sana abitudine quotidiana.
UMILTÀ
Una parola nel gergo comune spesso usata a sproposito per giudicare il ceto sociale di altri o per giudicare noi stessi ‘delusi e umiliati’ quando gli altri non assecondano le nostre aspettative. Invece rivalutiamo Il valore di chi consapevolmente si avvicina alle relazioni con l’energia di “sapere di non sapere”, “sapere di non essere né superiore né inferiore”. La persona umile è quella che sa stare con i piedi sull’humus, cioè con i piedi ben radicati alla terra, i piedi sono le nostre radici. Troppo spesso le persone stanno ‘con i piedi per aria’ e hanno perso stabilità sul senso della vita, se sono ben appoggiati per terra ritrovo la posizione dell’adultità e nuovo nutrimento per crescere. La persona umile è predisposta ad una condizione di costante apprendimento, ammette i propri errori, promuove la sperimentazione e la ricerca, supera l’egocentrismo concentrato solo su fare e avere, acquista una nuova libertà di essere come vuole.
PAZIENZA
Nel Vangelo di Luca si legge “Nella pazienza possiederai il tuo cuore”. Un valore agito decisamente connesso con la presenza, un comportamento consapevole adulto che va contro la tendenza dei nostri impulsi animaleschi a reagire, fuggire o combattere, nelle relazioni. Il contrario cioè l’impazienza è una forma di protezione delle nostre abitudini e dei nostri tempi nel fare cose! Un vizio che ci limita nell’incontrare l’altro e rispettare la diversità di tempi e risorse. Purtroppo nella nostra frenesia quotidiana si perde la pazienza facilmente anche con i bambini, li si spinge a fare tutto subito e in fretta, non si rispettano più i loro naturali tempi di crescita. Per tornare ‘ad essere pazienti’ bisogna andare controcorrente, all’inizio è più faticoso ma il risultato è sorprendente, il cuore si rasserena.
COMPASSIONE
Un’altra parola spesso associata a un mero pietismo o compatimento. Invito a sperimentare comportamenti di vera profonda com-passione che ci permettono di guardare l’altro con un nuovo sguardo per ritrovare la comunanza che ci unisce a ogni essere umano nostro simile, che ci fanno entrare in intima e nobile com-unione di sentimenti, veri e autentici. Riflette l’anelito del cuore a essere solidale con l’altro, a soffrire insieme per le difficoltà. Trovo molto efficaci le parole del Dalai Lama “La compassione è l’unica via contro la rovina collettiva […] Una disposizione che si nutre di stati mentali, raggiunti principalmente attraverso la pratica della meditazione, in cui le tensioni interiori sono placate, la mente è calma e si è raggiunta una duratura serenità interiore”
GRATITUDINE
Ritengo altrettanto utile e giusto per una evoluzione comune della società e delle organizzazioni coltivare e diffondere la riconoscenza, per noi stessi e per gli altri. Ri-creiamo tempo e spazio per manifestare gratitudine nellla nostra quotidianità. Proviamo a non etichettare e giudicare tutto quello che ci accade con i parametri della performance etero riferita “all’erba del vicino”. Diamoci merito passo dopo passo per i risultati raggiunti, non lasciamo che la mente svilisca la nuova esperienza etichettandola con pregiudizi e schemi di merito che spesso non ci appartengono più. Utilizziamo ogni occasione possibile per imparare a ringraziare noi stessi e le persone che giorno dopo giorno ci vengono in aiuto con le loro parole, i loro gesti e le loro azioni. Non diamo mai per scontato il supporto e l’aiuto degli altri, ringraziare costa poco e ha un effetto virtuoso virale, è un buon esercizio per riempire il cuore di ben-essere.
UMORISMO
Spesso ci prendiamo tutti troppo sul serio, facciamo tragedie e apriamo conflitti agguerriti per piccoli episodi. Proviamo consapevolmente a sdrammatizzare con autoironia, non prendiamo ogni singola critica e osservazione sul personale ‘offendendoci a morte’, viviamo la vita con più leggerezza, lasciamo andare i macigni che ancora pesano sul cuore e voliamo liberi come farfalle! L’umorismo, come ci dice Marianella Sclavi nel suo libro Le 7 regole dell’arte di ascoltare è una abilità fondamentale per un ascolto attivo e consapevole, per connetterci con il nostro vero sé e per entrare in relazione profonda con gli altri fuori dalla comfort. Invece di chiuderci a riccio per proteggerci da chi vuole (Forse! Percezione? Verita’? verifichiamo sempre) toglierci valore restituiamo al mittente una battuta di spirito con garbo e gentilezza per uscire creativamente dal conflitto e restare nella relazione.
RESPONS-ABILITÀ
Last but not least! Tengo per ultimo il valore della consapevolezza responsabile non perché meno importante ma perché unisce i puntini e chiude il cerchio. Altra parola troppo spesso condita con il senso del dovere e la punizione della colpa. In realtà mi piace far emergere il significato gestaltico unito all’autenticità e scelta autonoma dei comportamenti di ogni essere umano consapevole. Respons-abilità di sé diventa abilità a rispondere, a dare risposte in ogni situazione della vita con comportamenti coerenti e conseguenti ai piani d’azione scelti. Questa capacità presuppone la sintonizzazione attimo per attimo delle proprie intenzioni, pensieri, emozioni e azioni per raggiungere i propri obiettivi individuali e sociali, persviluppare il miglioramento continuo della propria vita.
Abbiamo di fronte a noi molti problemi relazionali da risolvere in tutti i sistemi sociali e dato che “Non si può risolvere un problema utilizzando la stessa mente che lo ha generato” (rif . Albert Einstein) stimolo tutti nessuno escluso a fare la propria parte attivando tutte le risorse adulte del “proprio saper essere” e sviluppando con umiltà “il proprio saper diventare”.
Mi piacerebbe aprire un dialogo su questa prospettiva, quali sono le tue riflessioni su questa proposta, quali altri valori per te importanti aggiungeresti? definiamo insieme il manifesto della consapevolezza agita per una società più sostenibile nel nuovo millennio?
Ti aspetto a fine novembre per la sesta tappa prossimi alla fine di questo viaggio insieme!
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