Crisis management, molte aziende sono impreparate

crisis managementPrima che il Coronavirus dilagasse, il 51% delle aziende non aveva elaborato alcun piano di crisis management, mentre – tra le organizzazioni “previdenti” – solo il 14% aveva preso in considerazione la possibilità di dover fare i conti con una pandemia.

Questi sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio svolto da ANRA – Associazione nazionale dei risk manager, in partnership con Protiviti, durante il webinar Piani di gestione della crisi alla prova del Coronavirus.

Percentuali non incoraggianti ma nemmeno inaspettate per gli esperti del settore, dal momento che già nel 2018 un’analisi dell’Ethisphere Institute – condotta su 250 multinazionali – aveva evidenziato come i piani di crisis management si concentrassero prevalentemente su rischi come cyber attacchi (67%), rischi ambientali (45%) o legati alla reputation aziendale (57%).anra_crisis management

«Nonostante il rischio sanitario sia mappato da oltre dieci anni, e inserito tra quelli a più alto impatto, non esiste una reale predisposizione delle aziende allo scenario pandemico, poiché nella scala delle probabilità si posiziona molto in basso rispetto a rischi percepiti come più imminenti e possibili» ha spiegato Paolo Rubini, presidente onorario di ANRA.

A questo si aggiunge che, sempre secondo i dati raccolti durante il webinar, avere piani di gestione della crisi non basta: molte aziende devono infatti fare i conti con capacità di previsione dei rischi inadeguate, cui si aggiungono difficoltà interne quali mancanza di dispositivi di sicurezza, scarsa coordinazione tra team in gruppi multinazionali, limiti tecnici e tecnologici che ostacolano lo smart working, competenze e capacità manageriali non sempre all’altezza di questa fase di emergenza e incertezza.

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