Basta opposizione, è tempo di collaborazione: questo l’assunto alla base del nuovo libro scritto dai due esperti di intelligenza artificiale di Accenture, Paul Daugherty e Jim Wilson, intitolato Human + Machine: Reimagining Work in the Age of AI.
Secondo i due autori, infatti, il futuro del business si pone sotto l’insegna di una nuova forma di “intelligenza collaborativa” tra uomo e macchina, che riplasmerà imprese e mercati, permettendo – attraverso un ripensamento dei processi aziendali – di utilizzare l’IA per accrescere il livello di innovazione e redditività.
Basato sulle competenze degli autori e su una ricerca quantitativa e qualitativa condotta su 1.500 imprese, il testo affronta il pensiero diffuso secondo cui i sistemi di IA si sostituiranno progressivamente all’uomo nel lavoro. Se da una parte questo sarà vero per alcune professioni, dove alcune mansioni verranno automatizzate, dall’altra il vero punto di forza della tecnologia sta nel saper amplificare le capacità umane.
“Per sfruttare appieno i benefici dell’intelligenza artificiale, i leader di impresa devono trasformare il rapporto tra collaboratori e macchine in un’ottica di intelligenza collaborativa: è questo che emerge chiaramente dalla nostra ricerca” ha commentato Daugherty. “Non si tratta di creare dei superuomini artificiali, ma di utilizzare la tecnologia per dotare l’uomo di maggiori capacità e competenze, perché possa ottenere risultati migliori dalla propria attività e imparare più velocemente”.
La collaborazione tra uomo e macchina apre la strada a quella che gli autori chiamano la terza ondata della trasformazione industriale, caratterizzata dalla comparsa del cosiddetto missing middle, quello spazio in cui uomini e macchine collaborano per realizzare sostanziali incrementi nelle performance aziendali, traendo vantaggi da ciò che ciascuna parte sa fare meglio: l’uomo si occupa dello sviluppo, della formazione e della gestione delle diverse applicazioni di IA, mentre le macchine restituiscono all’uomo capacità notevolmente potenziate, come la possibilità di processare e analizzare in tempo reale un gran numero di dati provenienti da una moltitudine di fonti. Le aziende devono quindi colmare il divario del missing middle, valutando la creazione di nuove professioni, stabilendo nuovi tipi di rapporto di lavoro tra uomo e macchina, cambiando i concetti tradizionali di gestione e rivedendo il concetto stesso di lavoro.
“La straordinaria potenzialità dell’IA di far evolvere le aziende rappresenta una sfida sempre più grande da affrontare con urgenza” ha spiegato Wilson. “Con l’obiettivo di aiutare i leader di azienda a ripensare i propri processi e ottenere il massimo dall’IA per amplificare le capacità umane, abbiamo sviluppato quello che chiamiamo ‘MELDS’, ovvero un modello fondato su cinque principi fondamentali che le imprese devono seguire per adottare l’intelligenza artificiale: mindset, enterprise, leadership, data e skills“.
Human + Machine spiega come il potenziamento dell’IA stia ridisegnando i processi aziendali all’interno di tre categorie di interazione uomo-macchina:
- amplificazione, in cui l’IA permette di ottenere straordinari insight basati sui dati, spesso elaborati in tempo reale;
- interazione, in cui l’IA utilizza interfacce avanzate come l’elaborazione a comando vocale del linguaggio naturale;
- personificazione, in cui l’IA lavora in sinergia con sensori, motori e attuatori che permettono ai robot di condividere lo spazio di lavoro con l’uomo e intraprendere una collaborazione lavorativa fisica.
Il libro identifica infine tre macro-categorie di nuove professionalità, grazie alle quali le aziende sapranno garantire un’applicazione di successo dell’intelligenza artificiale:
- i trainers, che saranno chiamati a istruire i sistemi intelligenti;
- gli explainers, che avranno la funzione di ridurre il gap tra sviluppi tecnologici e applicazioni concrete a livello di business;
- i sustainers, figure deputate al corretto funzionamento dei sistemi intelligenti, in quanto strumenti creati al servizio dell’uomo, per semplificare il nostro lavoro e la nostra vita.
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