Strutture collaborative, auto-analisi e auto-organizzazione: una piccola grande rivoluzione incarnata nel modello di Open Organization che l’agenzia di consulenza Forma del Tempo da anni studia e perfeziona; una prospettiva orizzontale per cambiare l’approccio e la gestione delle criticità aziendali, che trova la sua ultima evoluzione nell’introduzione dell’open agent, un catalizzatore del cambiamento individuato e formato all’interno del personale stesso dell’azienda, con il compito di facilitare il processo di innovazione.
L’idea di fondo alla base di questo approccio è che siano proprio le persone coinvolte a conoscere meglio di chiunque altro cause e meccanismi di eventuali criticità, e che siano sempre loro – se adeguatamente formate e accompagnate – a poterne intravedere le possibili risoluzioni. In quest’ottica l’open agent rappresenta una tappa intermedia, una figura che si inserisce nel progetto di un’azienda aperta, un’impresa al cui interno le persone sviluppano processi e comportamenti basati sulla collaborazione e sull’auto-organizzazione. Diversamente dai metodi più tradizionali, improntati su una visione verticale di comando e controllo, un’organizzazione aperta permette di raggiungere risultati più specifici e duraturi.
“I cambiamenti vengono proposti da chi li deve attuare, dunque la leadership non deve persuadere o motivare le risorse a cambiare” ha spiegato Paolo Bruttini, teorico dell’Open Organization. “La leadership nei sistemi complessi e auto-organizzati ha nuove caratteristiche” ha aggiunto Massimo Lugli, saggista e coautore dell’Open Leadership Manifesto, del team di Forma del Tempo. “Chi sono i leader? I capi naturalmente, ma anche figure intermedie come gli open agent. La sfida è saper catalizzare il cambiamento, non condurlo“.
Una teoria per alcuni visionaria, ma che ha portato benefici concreti a un’impresa della grande distribuzione, che grazie a questo nuovo modello organizzativo e a questa nuova figura professionale ha risolto una criticità legata al servizio di e-commerce. L’open agent ha infatti avviato un processo di auto-analisi e organizzato un gruppo di miglioramento coinvolgendo alcune delle persone addette al settore in questione; al termine di questa prima fase di studio, il gruppo ha avanzato alcune ipotesi di miglioramento che il top management ha accettato di attuare a titolo di test. A distanza di sette mesi, tali modifiche si sono rivelate vincenti e hanno permesso all’azienda di migliorare il servizio e di rendere il comparto all’altezza delle aspettative, con conseguenti incidenze positive sul fatturato.
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