L’eccellenza del lavoro italiano raccontata sul grande schermo

Inaz-spirito-del-lavoroCi sono realtà italiane che creano lavoro, puntano sulle persone, innovano e costruiscono sviluppo per le proprie comunità di riferimento: per raccontare e celebrare queste storie di impegno e successo e far conoscere i loro protagonisti, il regista milanese Giacomo Gatti e Inaz hanno realizzato il documentario “Il fattore umano. Lo spirito del lavoro“, in collaborazione con Fondazione Ente dello Spettacolo, Festa del Cinema di Roma e Fondazione del Cinema per Roma, e con il patrocinio della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro.

Il film – che si avvale della consulenza scientifica di Marco Vitale e che verrà proiettato stasera alla Festa del Cinema di Roma nella sezione “Risonanze” (cinema Farnese) – si concentra su una quindicina di eccellenze italiane, aziende diversissime per storia, settore e territorio ma unite da un filo invisibile, quello della responsabilità. Tutte, infatti, declinano a loro modo una stessa visione: l’impresa non è solo profitto ma sviluppo, cultura, creatività, un ponte verso il futuro da costruire insieme, nel rispetto dell’ambiente, della società e soprattutto fattore-umano-locandinadell’uomo.

In un’epoca in cui la finanza e le nuove tecnologie sembrano scalzare il fattore umano dal centro dell’economia, la nostra convinzione è che esistano uomini e donne capaci di fare la differenza” ha spiegato Giacomo Gatti, regista e autore – insieme a Elia Gonella – del film. “Sono le mani e i cervelli delle imprese italiane, e le loro storie meritano di essere raccontate attraverso il linguaggio del cinema“.

Nel film il lavoro è raccontato anche attraverso l’aspetto emozionale, che spesso viene dimenticato: c’è chi dichiara di mettere una parte di sé in ogni trattore su cui lavora, chi realizza una vera economia circolare recuperando reti da pesca, chi ha scommesso sulle mani degli agricoltori per rilanciare il settore agricolo. E, ancora, chi valorizza i legami generazionali fra i lavoratori del proprio pastificio, chi descrive l’anno di lavoro che c’è dietro i fumetti in edicola ogni settimana, chi sviluppa arti artificiali che conservano il senso del tatto, chi trasforma un lanificio in una banca, chi aiuta le startup a diventare grandi, chi ogni anno assume a tempo indeterminato venti giovani meritevoli anche se non ha bisogno di ampliare la forza lavoro. E poi c’è Don Loffredo, che nel Rione Sanità di Napoli ha dato una risposta ai giovani disoccupati gestendo la riapertura delle Catacombe e attirando centomila visitatori.

Sono storie italiane che non arrivano mai alla ribalta, e invece oggi più che mai è necessario valorizzarle” ha dichiarato Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz. “In occasione nostro settantesimo anniversario ci siamo ritrovati a fare un punto sulla nostra esperienza imprenditoriale: tutti questi anni trascorsi al fianco di aziende italiane esemplari, piccole e grandi, di diversi settori, ci hanno spinto a raccontare la centralità dell’essere umano nel mondo del lavoro attraverso un film“.

Alla proiezione di stasera seguiranno quelle di Varese (Festival GLocal, 10 novembre, Multisala Impero) e Milano (12 novembre, cinema Colosseo).

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