Work-life balance, genitorialità, valorizzazione delle disabilità in azienda e modalità per rafforzare la fiducia in sé stessi conquistano anche il settore assicurativo grazie all’impegno di sensibilizzazione del Dive In Festival, che dal 2015 viene promosso dai Lloyd’s di Londra con un calendario di eventi in 60 città di 33 Paesi nel mondo.
L’edizione italiana di quest’anno, svoltasi il 25 e 26 settembre a Milano, ha posto al centro del proprio evento inaugurale i Key Diversity Indicators, ovvero gli indicatori che permettono di misurare e quantificare l’impatto di diversity & inclusion all’interno dell’azienda. A tal proposito sono stati presentati i risultati di un’indagine svolta sul campo da Valore D, da cui è emerso che – sebbene il settore assicurativo sia più bilanciato rispetto ad altri in termini di gender equality (52% di donne sul totale della popolazione professionale) – la parità non arriva ancora ai livelli esecutivi: solo il 21,6% dei dirigenti è donna, mentre nei ruoli impiegatizi tale percentuale è del 60,8%.
“Sono convinta che l’accesso delle donne a posizioni di vertice abbia due componenti: l’apertura delle aziende al capitale umano femminile e la nostra disponibilità a metterci in gioco, senza che ciò debba comportare la rinuncia ad avere una famiglia” ha commentato Paola Radaelli, Vice Presidente ANRA – Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, che ha patrocinato l’evento. “È un equilibrio complesso da raggiungere ma fondamentale, e le iniziative legate al Dive In Festival permetteranno al nostro settore di confrontarsi e fare dei passi avanti su questo fronte”.
L’indagine ha mostrato, inoltre, come nei consigli di amministrazione delle organizzazioni bancarie e assicurative le donne rappresentino solo il 32,9%. “Siamo consapevoli di essere ancora lontani da una piena parità” ha proseguito Paola Radaelli, “e anche per questo in ANRA tre anni fa abbiamo apportato una modifica statutaria che garantisce una maggiore gender equality nel nostro consiglio direttivo, avviando inoltre un filone di ricerca sui temi della diversity per sensibilizzare i nostri soci e le loro aziende. Il risultato è stato anche migliore delle aspettative: al rinnovo delle cariche, a marzo dell’anno scorso, non è servito applicare quell’articolo perché gli undici candidati più votati sono stati sei uomini e cinque donne. Segno che le iniziative di sensibilizzazione funzionano e aiutano le donne a emergere”.
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