Sempre più diffuso e sempre meglio conosciuto: questo è lo stato dell’arte del welfare aziendale in Italia secondo i dati raccolti nella trentesima edizione dell’Osservatorio Welfare di Assolombarda, alla cui realizzazione hanno contribuito anche Inaz e TimeswApp.
Lo scenario delineato dal report si caratterizza per i trend di crescita relativi al numero di accordi tra aziende e lavoratori che prevedono forme di welfare aziendale (pari al 52,9% del totale presentato al Ministero del Lavoro), la tendenza – da parte dei lavoratori – a coglierne tutti i possibili benefici (nel 2019 è stato speso il 75% del totale dei crediti welfare a disposizione), gli importi disponibili (+0,6% rispetto al 2018) e l’ammontare speso (+6,4% rispetto al 2018).
Considerando più nello specifico gli accordi stipulati in Assolombarda durante il 2019, nel 54% dei casi l’importo destinato al welfare è in cifra fissa, mentre nella parte restante è prevista la possibilità di convertire i premi in welfare, opportunità particolarmente gradita ai lavoratori: quando è prevista, infatti, la conversione di almeno una quota del personale viene registrata in 4 aziende su 5.
Assistenza sanitaria integrativa, la nuova star del welfare aziendale
C’è poi un ulteriore aspetto rilevato dall’Osservatorio Welfare di Assolombarda a cui prestare attenzione, ed è il ruolo sempre più significativo assunto dall’assistenza sanitaria integrativa, principalmente in risposta a una duplice esigenza:
- da un lato quella di assicurare la sostenibilità e l’efficienza economica del sistema sanitario nazionale, contenendo e razionalizzando la spesa e agendo sul rapporto tra prestazioni e risorse;
- dall’altro quella di promuovere l’adeguatezza delle risposte ai bisogni di protezione della salute dei cittadini, agendo sull’efficacia delle prestazioni – dalla prevenzione alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione.
Non sorprende, quindi, che si tratti della misura di welfare aziendale più diffusa: è inserita tra i benefit a disposizione dei dipendenti nel 91,1% dei casi. Questo solo in parte dipende dal fatto che lo prevedono i principali CCNL applicati dalle aziende associate. Spesso infatti si tratta di una precisa scelta a livello aziendale: lo strumento è stato inserito nel 76% degli accordi stipulati in Assolombarda nel periodo monitorato dall’Osservatorio (2016-2019). Stando ai dati raccolti, le aziende vi investono circa un quarto delle risorse destinate al welfare, per un controvalore pari allo 0,7% del costo del personale, sul totale del 2,8% investito in welfare.
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