Cinema e impresa: formazione sul grande schermo

cinema e impresaIl cinema entra nelle aule di formazione in quanto più d’impatto di un corso, più divertente di un libro, più rapido di uno stage. Il film adatto può darci l’idea giusta. Regalarci una consapevolezza. Farci svoltare“. Questa idea ha avuto risvolti positivi in alcune occasioni: nella declinazione dei valori di un’azienda; in momenti particolarmente difficili del territorio o della società; in materia di engagement, motivazione delle persone, valorizzazione delle diversità o dell’essere cittadini e persone in crescita. Il cinema può inoltre essere un motore propulsivo per spiegare e raccontare il welfare aziendale attraverso i bisogni delle persone. Naturalmente i film vanno concordati con ogni azienda o con il territorio, per essere sicuri di proiettare quelli più coerenti con le finalità e le necessità di quel momento – un libro che può essere utile a tal fine è Nuovi schermi di formazione. I grandi temi del management di Dario D’Incerti, Massimiliano Santoro e Giuseppe Varchetta.

Le aziende possono presentare film su integrazione, welfare, relazioni sociali e discuterne in aula o negli stessi cinema: per esempio film come La finestra di fronte di Ferzan Ozpeteck – dove vengono trattati svariati temi: genere, differenze religiose, orientamento sessuale, età – o come Un tocco di zenzero di Tassos Boulmetis – in cui si parla di etnie, religione, diversità di gusti, di come l’incrocio tra spezie e ingredienti diversi faccia la ricchezza di un piatto, ma anche della vita di ciascuno di noi e di un Paese –, o film più recenti come Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini, sulla cura delle persone e sui cambiamenti positivi che questo impegno comporta.

Il linguaggio cinematografico è per lo più metaforico, quindi è facile in aula o attraverso un articolo o un blog far capire le possibili soluzioni ai problemi che l’azienda vuole cercare di risolvere, i valori che si vogliono diffondere all’interno dell’organizzazione, i miglioramenti auspicati nei comportamenti e nelle relazioni tra persone, ecc.

Questo si fa soprattutto (ma non solo) osservando le sfide dei protagonisti sullo schermo. Ma se si dovesse indicare un solo beneficio, forse quello più immediato è l’ispirazione. “Un film smuove emozioni profonde che fanno agire, anche nella finzioneha spiegato in un articolo pubblicato su Millionaire nel 2017 Virginio De Maio, 42 anni, autore del libro Filmatrix.

Cambia la vita degli individui, ma anche delle organizzazioni e della società, grazie al potere nascosto dei film.

Fabio Galluccio
Jointly – Il welfare condiviso

COMMENTI

WORDPRESS: 0
DISQUS: