Dall’iperuranio alle aziende: si diffonde la filosofia esecutiva

filosofia_esecutivaTesta tra le nuvole, ragionamenti complicati e, soprattutto, inesorabilmente lontani e inapplicabili al reale quotidiano: questa l’immagine – o lo stereotipo – con cui finora abbiamo rappresentato i filosofi, ma che dallo scorso anno inizia a scricchiolare.

Pionieri filosofi, filosofi imprenditori

Correva l’anno 2014 quando una società tutt’altro che sconosciuta – Google – decise di inserire tra i membri della commissione istituita per analizzare la questione del diritto all’oblio un filosofo italiano, Luciano Floridi. Da allora altri filosofi hanno iniziato a popolare le stanze delle aziende che non vogliono ridurre le proprie attività a meri problemi da risolvere, dando loro – al contrario – un respiro più ampio, chiedendosi per esempio “Perché dovrei avere successo?” o “Che cosa dovrebbe creare la mia startup?”. Questi filosofi che si relazionano con l’universo imprenditoriale, mettendo a disposizione di manager e organizzazioni il proprio sapere e le proprie conoscenze, vengono definiti practical philosophers, e nel corso del 2018 molte startup della Silicon Valley hanno riservato loro posizioni manageriali – con l’istituzione della figura del CPO, Chief Philosophy Officer – o li hanno scelti come consulenti esterni.

Il loro contributo consiste principalmente nel formulare domande che permettano a manager e imprenditori di adottare nuove prospettive, con un focus particolare sul pensiero critico e sull’esame dei valori per comprendere cosa è giusto fare, introducendo nei ritmi spesso frenetici delle attività di business uno spazio dedicato alla riflessione.

A riprova della progressiva diffusione di tali figure nelle organizzazioni, ricordiamo che negli Stati Uniti è stata fondata l’American Philosophical Practitioners Association, presieduta da Lou Marinoff – docente canadese che attualmente insegna al City College di New York –, che ha formato circa 400 persone incaricate di portare la filosofia nelle aziende. In Italia, invece, l’apripista in quest’ambito è stato Raffaele Tovazzi, che ha creato il movimento della filosofia esecutiva. “Il filosofo esecutivo” ha spiegato Tovazzi “affianca professionisti, manager e imprenditori supportandoli nel loro percorso di innovazione, grazie alla sua capacità di riconoscere corsi e ricorsi storici e di anticipare le tendenze del mercato, cui si aggiunge una conoscenza approfondita di neurologia umana, linguaggio e dei fattori che influenzano il comportamento dei singoli e delle masse”.

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