“Che cosa è nato prima: l’assenteismo o lo scarso engagement?” è il dilemma che ha dato il titolo a una recente indagine pubblicata da The Workforce Institute at Kronos e svolta in collaborazione con Coleman Parkes Research: l’ostacolo principale all’employee engagement nel settore retail è l’assenteismo.
Lo studio, che ha raccolto e analizzato le risposte di 800 retail manager di Australia, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e USA, ha rilevato che l’assenteismo danneggia non solo l’engagement, ma anche la produttività, il morale del team e la capacità di gestire lo stress, presentandosi quindi come fattore critico per il 78% dei retailer che riconoscono nel coinvolgimento dei dipendenti la chiave del successo nel settore. Più del 50% degli intervistati, inoltre, è ben consapevole del circolo vizioso che si scatena, autoalimentandosi, in presenza di bassi livelli di employee engagement e assenteismo, con ricadute pesanti in termini di caos generato e aumento del turnover.
A livello globale i retailer ritengono che circa il 7% delle ore lavorative schedulate non venga effettivamente eseguito, e sono in molti a indicare nell’assenza improvvisa dei dipendenti la criticità più difficile, complessa e time-consuming da gestire.
Non bisogna infine dimenticare che l’assenteismo incontrollato non mette nei guai solo l’organizzazione interna: il 47% dei rispondenti, infatti, riconosce come esso possa avere un forte impatto negativo sulla soddisfazione dei clienti, mentre il 42% cita i danni causati ai ricavi dei singoli store.
Il problema è chiaro ed evidente, ma come risolverlo per evitare che danneggi l’organizzazione e la produttività? Innanzitutto puntando su una maggiore centralità del work-life balance (62%), ma anche sulle tecnologie che permettono la pianificazione delle attività e degli orari del personale. Se consideriamo le applicazioni pratiche, però, le tecnologie per automatizzare la gestione di preferenze, disponibilità dei singoli lavoratori e cambi turno non sono ancora particolarmente diffuse – solo il 23% dei retailer a livello globale, per esempio, offre soluzioni mobile per il cambio turno in modalità self-service.
“Rispondere alle assenze improvvise dei dipendenti attraverso azioni di over-staffing o attraverso un aumento delle ore di lavoro – come fa l’88% degli intervistati – significa reagire al problema invece di risolverlo” ha sottolineato Joyce Maroney, Executive Director di The Workforce Institute at Kronos. “Questo atteggiamento reattivo genera un carico di lavoro inutile per i manager ed è potenzialmente dannoso per la Customer Satisfaction”.
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