L’innovazione ha l’oro in bocca, e più precisamente 228 miliardi di euro: secondo le stime di McKinsey & Company, infatti, l’intelligenza artificiale potrebbe portare a un incremento del PIL italiano pari al 13% – e al 19% di quello europeo – entro il 2030. Proprio l’innovazione, e gli scenari futuri dell’economia italiana e mondiale, sono stati al centro dell’evento-dibattito The Future Is Now, tenutosi il 9 ottobre al Palazzo del Ghiaccio di Milano.
“L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità unica per la competitività e la crescita del nostro continente. L’Europa, e con essa l’Italia, possono contare su diversi punti di forza: un settore industriale all’avanguardia; un ampio bacino di talenti nella ricerca e nel tech; un numero di startup in continua crescita. Sarebbe quindi un peccato perdere questa occasione. Non si tratta infatti di un tema astratto, ma di ricchezza concreta, che per l’Europa potrebbe valere 2.700 miliardi di euro” ha affermato Massimo Giordano, Managing Partner McKinsey Mediterraneo.
HR revolution, focus su istruzione, formazione e talent attraction
Come rilevato dallo studio McKinsey, entro il 2030 in Europa le competenze tecnologiche occuperanno una fetta sempre più importante del tempo lavorativo: +40% per le skill avanzate e +65% per quelle di base. Favorire lo sviluppo delle nuove competenze per i lavori di domani sarà dunque fondamentale. Da un lato, l’offerta formativa per i giovani dovrà continuamente aggiornarsi per essere in linea con la domanda; dall’altro, la riqualificazione professionale delle persone che già lavorano è cruciale per assicurare una transizione efficace nell’era digitale. L’Europa può inoltre contare su un solido bacino di talenti: la comunità di ricercatori europei è, per esempio, più ampia di quella degli Stati Uniti o della Cina. Ciononostante la concorrenza per i talenti tech è mondiale e l’Europa deve tornare a essere un polo di attrazione, richiamando i suoi cervelli in fuga e le migliori menti dalle altre parti del mondo.
Altro obiettivo da conseguire è quello della creazione di ecosistemi per favorire la diffusione dell’innovazione: i confini tra i settori sono sempre più labili ed è quindi fondamentale pensare e agire in ottica sinergica, favorendo non solo la cooperazione tra settori ma anche la collaborazione tra aziende tradizionali e innovative, nel primo caso per accelerare l’innovazione, nel secondo per crescere. Attenzione, infine, a incentivare la crescita delle startup in ambito AI, il cui numero in Europa è triplicato negli ultimi tre anni, continuando tuttavia a crescere a un tasso dimezzato rispetto a quello degli Stati Uniti. Anche il mercato del venture capital è ancora poco sviluppato in Europa, e il 90% di questi finanziamenti si concentra in 8 Stati membri dell’UE. Occorre quindi continuare a incoraggiare iniziative che permettano alle realtà più innovative e promettenti di crescere.
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