La sanità si oppone al gender gap: nella giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza (11 febbraio) Medtronic ha annunciato la nascita del Women Network in Healthcare, il primo progetto che coinvolgerà donne leader nel settore per ideare e realizzare iniziative innovative in materia di leadership femminile.
In ambito sanitario l’affermazione delle donne è storicamente complessa, e per molti anni le differenze di genere hanno evidenziato una difficoltà di accesso delle stesse alla sala operatoria e alle posizioni dirigenziali, a cui spesso sono costrette a rinunciare. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Salute, nel 2017 in Italia i medici assunti erano 125.307, di cui solo 45.701 donne (poco più di un terzo); inoltre, tra i 956 assunti part-time, ben 873 erano donne. Problemi, questi, che hanno un peso specifico in Italia, ma anche un riscontro globale.
Il tema è quindi più che mai attuale e ineludibile: ancora l’anno scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato che, nonostante le donne rappresentino il 70% della forza lavoro nel settore, solo il 25% di esse occupa posizioni apicali.
“Con questa iniziativa vogliamo connettere donne leader nel settore sanitario affinché possano avviare iniziative volte ad accelerare il processo di sviluppo del talento femminile e sostenere una cultura nella quale le donne abbiano un ruolo sempre più rilevante” ha dichiarato Michele Perrino, Presidente e Amministratore delegato di Medtronic Italia. “Questo è in linea con la visione di Medtronic e del nostro Hub italiano Minerva, che vuole ispirare i leader della nostra realtà affinché le donne ricoprano una posizione decisionale nei processi aziendali a ogni livello“.
L’iniziativa di Medtronic segue il cammino indicato dal rapporto Women in Business and Management: A Global Survey of Enterprises, che ha mostrato come le imprese che attuano iniziative di promozione della diversità di genere – in particolare a livello senior – ottengano risultati migliori (57%), tra cui un aumento significativo dei profitti. Anche secondo le ultime stime della Banca d’Italia, se nel nostro Paese avessimo gli stessi livelli di occupazione femminile di altri Paesi europei, il nostro PIL aumenterebbe del 7%.
Nonostante gli interventi diretti a risolvere il gender gap, in Italia le donne – entrate per legge nei consigli di amministrazione – restano comunque in gran parte escluse dai ruoli di vertice. Un vero peccato, dal momento che i benefici della diversità di genere iniziano a maturare quando le donne detengono il 30% delle posizioni dirigenziali e di leadership.
I dati raccolti dal report sono confermati infine anche dalla classifica Dow Jones di gennaio 2019, Women CEOs of the S&P 500, secondo cui la percentuale di donne che ricoprono il ruolo di amministratore delegato nelle 500 principali compagnie del mondo si aggira intorno al 4,8% (24 aziende): un dato davvero esiguo se si pensa che il 44% dei dipendenti di queste imprese è composto da donne. Bassa anche la percentuale di figure femminili in posizioni di senior manager (26,5%) e quella dei posti nei CdA detenuti da dirigenti donne (21,2%).
COMMENTI