Employee advocacy, un tesoro a portata di mano

employee advocacyUna fonte di credibilità e diffusione di valori e cultura aziendali, un naturale amplificatore della brand image e della brand awareness: ecco qui ciò che può diventare l’employee advocacy, a patto di essere ben gestita e supportata, rendendo ogni singolo lavoratore un elemento fondamentale nelle attività di corporate communication.

Rispetto alle tradizionali strategie di comunicazione, infatti, un approccio basato sull’employee advocacy è in grado di garantire a post social o messaggi pubblicitari livelli di credibilità due volte superiori. A questo si aggiunge una considerazione “quantitativa”, relativa al bacino di persone raggiungibili: la somma dei contatti social di ciascun lavoratore (per esempio 500 contatti ciascuno) sarà probabilmente superiore al numero di follower della pagina aziendale. Insomma: se consideriamo un’azienda di 100 dipendenti, una buona strategia di employee advocacy può allargare la platea di utenti potenzialmente raggiungibili a circa 50.000 contatti.

Ogni membro dell’organizzazione, perciò, può diventare un portavoce attivo dei valori che contraddistinguono l’azienda, rafforzando così la percezione del brand agli occhi delle persone, come sottolineato da Riccardo Bonetto, IT Manager di Site by Site: «Soprattutto chi non si occupa direttamente di social marketing può giocare un ruolo da protagonista, dal momento che l’employee advocacy prevede di coinvolgere i dipendenti attraverso la condivisione di contenuti aziendali rilevanti sui loro profili».

Employee advocacy, una strategia ancora trascurata

Benché in Italia l’employee advocacy non risulti ancora particolarmente diffusa, il suo impatto nelle strategie di marketing aziendale è innegabile: «I vantaggi di questa attività sono molteplici per le due parti coinvolte» ha spiegato Bonetto. «L’azienda aumenta la sua visibilità, credibilità e reputazione nei confronti di pubblici diversi: prospect, clienti, fornitori e altri stakeholder. I dipendenti ne traggono un vantaggio enorme in termini umani e relazionali. Coloro che sono coinvolti in prima persona nelle attività di comunicazione aziendale si sentono valorizzati, accrescono la loro reputazione e sono sottoposti a nuovi ed importanti stimoli».

Per riuscire a coinvolgere davvero i dipendenti all’interno della corporate communication e per permettere alle aziende di valutare correttamente i risultati e i benefici di questo nuovo approccio, Site by Site ha individuato alcuni fattori fondamentali:

  • per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi, uno dei KPI da prendere in considerazione è ovviamente quante volte il contenuto è stato condiviso dai contatti del lavoratore. Per fare questo occorre un sistema organizzato che permetta di monitorare i risultati;
  • considerando il lato “operativo”, può essere di notevole aiuto utilizzare un’app che informi ogni membro dell’azienda sui contenuti da condividere, in modo semplice e immediato (Site by Site sta appunto investendo per realizzare un simile strumento di employee advocacy);
  • continuando su questo fronte, non bisogna sottovalutare l’efficacia delle dinamiche ludiche, della competizione e del gioco, per stimolare l’employee engagement;
  • infine, dopo aver individuato i KPI, è importante definire un intervallo di tempo entro cui elaborare e diffondere un report che monitori e misuri l’andamento della strategia di advocacy.

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