Gli HR manager fanno sentire la loro voce contro la cancellazione, prevista dalla Legge di Bilancio 2019, del credito d’imposta alla formazione 4.0, uno degli incentivi fondamentali presenti nel Piano Industria 4.0 e una delle misure più importanti per il lavoro nell’era dei robot e dell’intelligenza artificiale.
“La cancellazione dell’incentivo fiscale sulla formazione 4.0 è un atto contro il futuro del lavoro” ha dichiarato Isabella Covili Faggioli, Presidente Aidp. “Come si evince chiaramente dalla nostra ricerca, lo strumento principale di tutela del lavoro nell’era dei robot e dell’intelligenza artificiale è la formazione 4.0. Senza le nuove competenze strategiche che il mercato del lavoro richiederà sempre di più si rischia di rimanere ai margini. L’occupabilità nel nuovo mercato del lavoro passa dalla formazione 4.0 e dal suo potenziamento. Per questa ragione la misura di cancellazione del credito d’imposta per la formazione 4.0 prevista nella Legge di Bilancio 2019 non aiuta il lavoratore che necessita di competenze nuove per aumentare le opportunità di occupazione e le imprese che le richiedono. Chiediamo a gran voce” ha concluso Covili Faggioli “che non solo la misura sia ripristinata, ma anche potenziata. Come direttori del personale siamo pronti a fare la nostra parte e rinnoviamo la disponibilità di Aidp a dialogare con il Governo per trovare insieme soluzioni che facciano crescere l’occupazione e aiutino le aziende nell’acquisire e mantenere le competenze necessarie per la crescita nel futuro“.
Come documentato dalla ricerca Aidp-LabLaw 2018 su robot, intelligenza artificiale e lavoro in Italia, curata da Doxa, la formazione avanzata è fondamentale per riuscire a cogliere da un lato le numerose e nuove opportunità occupazionali e professionali generate dalla tecnologia e, dall’altro, per ridimensionare l’impatto che queste avranno sui lavori meno qualificati. La formazione 4.0, quindi, sarà il capitolo principale su cui investire per vincere la sfida della robotica e dell’intelligenza artificiale sul terreno dell’economia e del mercato del lavoro.
I dati raccolti a conferma di questa tesi sono chiarissimi. Le aziende e i manager sono convinti a stragrande maggioranza (89%) che i robot e l’IA non potranno mai sostituire del tutto il lavoro delle persone, e avranno un impatto positivo sul mondo del lavoro e delle aziende, creando ruoli, funzioni e posizioni lavorative che prima non c’erano (77%), stimolando lo sviluppo di nuove competenze e professionalità (77%) e consentendo alle persone di lavorare meno e meglio (76%). Si ritiene inoltre che le tecnologie intelligenti avranno un impatto molto forte sui lavori a più basso contenuto professionale, favorendo la sostituzione dei lavori manuali con attività di concetto (per l’81% del campione). Tuttavia i manager e gli imprenditori ritengono anche che, al di là dei benefici in termini organizzativi, l’introduzione di queste tecnologie potrà avere effetti negativi sull’occupazione, e portare all’esclusione dal mercato del lavoro di chi è meno scolarizzato e qualificato: in quest’ottica va letto il dato negativo sulle conseguenze in termini di perdita di posti di lavoro indicata dal 75% dei rispondenti.
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