Solo un appropriato aggiornamento delle competenze dei dipendenti permette di liberare il pieno potenziale dell’automazione: parola degli 800 dirigenti e dei 1.200 dipendenti operativi in oltre 400 grandi aziende in tutto il mondo intervistati dal Capgemini Research Institute per lo studio “Upskilling your workforce for the age of the machine. Why a workforce upskilling strategy is key to unleashing automation’s productivity potential”.
“L’automazione, se implementata di pari passo con la riqualificazione professionale dei dipendenti, può offrire vantaggi significativi alle grandi aziende” ha spiegato Alessandra Miata, Chief Human Resources Officer di Capgemini Business Unit Italy. “Troppe grandi compagnie sono in ritardo nello sviluppo di programmi di formazione e, come si evince da questo report, non riescono ad ottenere i massimi benefici in termini di produttività. Non c’è dubbio che l’automazione trasformerà la forza lavoro e i ruoli esistenti, ma è fondamentale che le aziende compiano progressi più rapidi per prepararsi, insieme con i propri dipendenti, a trarre i benefici dell’automazione“.
Ma analizziamo più nel dettaglio gli aspetti emersi.
Perché automatizzare
Il 37% degli intervistati, quando è stato chiesto loro di indicare i principali motivi che li spingono a intraprendere iniziative in ambito automazione, ha dichiarato che l’obiettivo principale è quello di aumentare la produttività della forza lavoro, preceduto solamente dalla volontà di incrementare la qualità (43%). Tuttavia, il 58% dei dirigenti e il 54% dei dipendenti hanno dichiarato che l’automazione non è ancora riuscita a migliorare la produttività aziendale – soprattutto in Svezia, Stati Uniti e Cina, dove rispettivamente il 66%, 64% e 61% dei dirigenti ha dichiarato che l’implementazione dell’automazione non ha portato a un miglioramento della produttività dei dipendenti.
Perché riqualificare
Le aziende che uniscono i propri sforzi di automazione a un chiaro programma di riqualificazione sono più ottimiste in merito all’impatto dell’automazione. In questi casi, la maggior parte dei dipendenti (52%) e un’alta percentuale di dirigenti (46%) hanno dichiarato che l’automazione sta migliorando la produttività, contro il 42% dei dipendenti e il 35% dei dirigenti delle aziende che devono ancora intraprendere un processo di riqualificazione. Inoltre, nelle compagnie che sono a metà del percorso per l’aggiornamento delle competenze, i dipendenti hanno adottato un atteggiamento più positivo rispetto a quelli che hanno da poco avviato progetti di formazione, sia per quanto riguarda l’avanzamento di carriera (76% contro 60%) sia in termini di morale (48% contro 33%) sia nell’assunzione di nuove responsabilità (57% contro 46%).
Nonostante l’evidente importanza dei programmi di riqualificazione, sono poche le aziende che attualmente hanno all’attivo un’iniziativa matura. I dipendenti hanno inoltre criticato alcuni aspetti dei programmi di aggiornamento e di apprendimento esistenti: una netta maggioranza (61%) ha dichiarato che l’obiettivo del programma – ovvero sviluppare le competenze per svolgere il proprio lavoro in modo più efficiente – non è stato raggiunto, mentre il 54% ha affermato che i programmi non sono riusciti a fornire loro le competenze che li avrebbero resi più attraenti per il mondo del lavoro.
Gli impatti dell’automazione sulla forza lavoro
Infine, il report ha rilevato che la maggior parte delle aziende fa fatica ad analizzare l’impatto dell’automazione sulle persone, benché questo sia uno dei principali aspetti da tenere in considerazione, oltre ad essere un primo passo importante: quasi il 60% dei dirigenti HR e del general management ammette di non collocarlo tra gli elementi chiave della propria vision e della propria strategia di automazione. È emerso inoltre che la dirigenza non comunica frequentemente con i propri dipendenti in merito a iniziative di automazione, piani di riqualificazione e ruoli emergenti.
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