Tra le trasformazioni che la generazione Z porta con sé mentre si afferma nel mondo del lavoro, ce n’è una che riguarda l’ambito della formazione online.
Abituati a comunicazioni rapide e coinvolgenti come quelle di Snapchat o Instagram, infatti, i nativi digitali apprezzano in modo particolare il nanolearning, ovvero l’evoluzione del tradizionale e-learning basata su pillole formative mobile-first che forniscono nozioni specifiche su un determinato argomento. Tendenza, questa, confermata anche dal fatto che il 47% dei rappresentanti di questa generazione ha dichiarato di preferire l’utilizzo di app o giochi interattivi per acquisire nuove competenze e conoscenze.
Oltre a prestare attenzione alle modalità in cui la formazione digitale viene proposta, quando si tratta della generazione Z le aziende dovrebbero fare attenzione anche al focus dei contenuti: sembra infatti che i nativi digitali paghino il prezzo della maggiore dimestichezza tecnologica con una più incerta padronanza di competenze interpersonali. Addirittura, il 42% ha dichiarato di interagire di più con il proprio smartphone che con i propri simili. Ecco allora che il nanolearning può aiutare questi professionisti non solo a sviluppare ulteriormente le proprie conoscenze, ma anche a potenziare le proprie capacità comunicative e relazionali.
Di fronte a un simile cambiamento, Cornerstone OnDemand ha deciso di supportare le aziende nella loro mission di formazione dei nativi digitali attraverso Digital Native Advancement (DNA), una serie di corsi di nanolearning studiati ad hoc per l’empowerment della generazione Z, basati su contenuti video mobile-first di durata non superiore ai 2 minuti.
«DNA è stato appositamente pensato e sviluppato per i nativi digitali» ha sottolineato Geoffroy De Lestrange, Product Marketing & Communication Director EMEA di Cornerstone. «Seguendo il percorso di nanolearning DNA, i nativi digitali acquisiranno le abilità interpersonali necessarie per sentirsi all’altezza della situazione, dare il proprio contributo più rapidamente e avere successo già dal primo anno di lavoro, portando in azienda visioni al passo coi tempi e una ventata di nuove idee».
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