Problem solving, il talento salva-business

problem solvingBenché spesso catalogata come “competenza secondaria”, la capacità di problem solving ha ormai dimostrato di essere un vero e proprio “talento salva-business”, dal momento che permette di prendere decisioni adeguate e vincenti anche in situazioni estremamente critiche.

In un recente articolo Eddie Kennedy, Strategy & Operations Leader di Google, ha condiviso le 5 fasi essenziali per sviluppare e applicare correttamente il problem solving nei contesti aziendali.

Perché occuparsi di un determinato problema

Il punto di partenza deve essere, secondo Kennedy, una descrizione breve e incisiva della questione da affrontare, che contenga dettagli specifici e quantificabili. L’esperto di Google suggerisce inoltre di mantenersi nel giusto mezzo, evitando sia i problemi troppo vasti sia quelli eccessivamente specifici. In questa fase iniziale, infine, non bisogna farsi fuorviare dalla smania di trovare subito la soluzione.

Individuare gli obiettivi da raggiungere

Chiarito il problema, si può passare alla definizione dell’obiettivo da raggiungere. Si tratta qui di individuare i traguardi e i relativi risultati chiave, in modo da poter contare su una misurazione costante e puntuale dello stato di avanzamento rispetto alla piena realizzazione dell’obiettivo.

Come si potrebbe risolvere il problema

Questa è la fase in cui dispiegare tutte le proprie risorse e capacità per individuare le potenziali soluzioni. A tal proposito, Kennedy suggerisce innanzitutto di consultare eventuali ricerche già disponibili sul tema o su questioni analoghe, anche in contesti differenti rispetto a quelli in cui opera la propria azienda. Inoltre, le sessioni di brainstorming sono fondamentali per trovare idee creative e fuori dagli schemi. Ottenuto un elenco di soluzioni potenziali, Kennedy consiglia di inserirle in un diagramma ad albero, per evidenziare le connessioni tra obiettivo, soluzioni e strategia (ovvero le azioni messe in campo per realizzarli).problem solving grafico priorità

Come si risolve effettivamente il problema

Per capire come selezionare e prioritizzare le azioni individuate è possibile ricorrere a un grafico delle priorità, all’interno del quale posizionare le soluzioni potenziali secondo le coordinate impatto e impegno. Questo permetterà di avere un’immagine chiara di come procedere, quali idee scartare e su quali soluzioni concentrare invece i propri sforzi.

Problem solving in azione

Siamo giunti all’ultima fase dell’approccio al problem solving descritto da Kennedy. Si tratta ora di compilare un piano d’azione semplice, per esempio un foglio di lavoro in cui siano indicate attività, responsabili e tempistiche di realizzazione. Una simile “tabella di marcia” andrà ovviamente condivisa, discussa e riesaminata periodicamente da tutto il team di lavoro, affinché sappia rispondere a eventuali cambiamenti e risultare sempre adeguata al contesto e al raggiungimento dell’obiettivo.

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