Digital employee experience: le persone prima di tutto

digital employee experiencePer le aziende, porre al primo posto l’attenzione alle proprie persone non è mai stato così importante. La digital employee experience che oggi le organizzazioni possono offrire ai dipendenti – in termini di accesso alle corrette tecnologie digitali, applicazioni, cultura e supporto – può avere un impatto diretto sulla crescita del proprio business e sulla capacità di attrarre e valorizzare i talenti.

Questo è quanto rivela una nostra ricerca condotta recentemente su 3.600 dipendenti in EMEA responsabili delle risorse umane e dell’IT, che mostra come – nelle aziende caratterizzate da una forte crescita – il numero di dipendenti che lavora liberamente con i propri dispositivi personali sia oltre il doppio di quelli che lavorano in aziende dalla crescita più contenuta, e come due terzi di tutti i dipendenti dichiarino che la flessibilità nell’utilizzo degli strumenti digitali per il lavoro influenza la loro decisione di accettare una posizione in un’azienda o addirittura di candidarsi per un nuovo posto di lavoro. Quindi perché non lo fanno tutte le aziende, e qual è l’opportunità per il canale?

Come sempre, è spesso più facile a dirsi che a farsi; creare una digital employee experience ottimale per i dipendenti significa superare delle sfide operative, culturali e tecnologiche significative. In particolare, comporta la capacità di creare un ponte tra i team di risorse umane e l’IT, superando l’abitudine di operare per silos, che sta compromettendo la capacità delle organizzazioni di offrire l’esperienza digitale richiesta dai dipendenti.

Questo è proprio l’ambito nel quale i partner possono svolgere un ruolo cruciale come consulenti di fiducia, proprio perché oggi investono risorse sufficienti a comprendere le sfumature delle aziende e, al contempo, sono abbastanza obiettivi da saper guidare il coordinamento tra i diversi dipartimenti all’interno delle aziende. L’opportunità per chi opera nel canale è poter sfidare i propri clienti a pensare in modo diverso, per aiutarli a colmare le lacune all’interno delle organizzazioni e garantire quel livello di performance sufficiente a comprendere correttamente quale sia la portata dell’adozione di un approccio digitale per i dipendenti. A mio avviso questi sono tre passaggi fondamentali da compiere per raggiungere questo obiettivo.

Comunicare per collaborare

I responsabili IT e le risorse umane purtroppo si incontrano raramente per discutere temi che riguardano le loro aree di sovrapposizione. Si tratta di una situazione comune: l’84% dei dipendenti in EMEA vorrebbe che le risorse umane e l’IT collaborassero di più, mentre solo il 18% pensa che lo facciano già con costanza. Il risultato è una mancanza di coordinamento e responsabilità non ben definite tra le diverse linee di business, ma anche tra i dipendenti. Lo dimostra in effetti anche il fatto che la metà dei dipendenti (49%) non sappia se rivolgersi alle risorse umane o all’IT riguardo alla digital employee experience che sta sperimentando al lavoro.

Una confusione interna di questo tipo può rappresentare per i partner una grande opportunità per guidare comunicazioni condivise e collegare i silos dipartimentali, aiutando così a contrastare l’idea che l’IT sia solo tecnologia e che le risorse umane si occupino solo della gestione dei processi dei dipendenti. In questo modo, i partner possono aiutare a chiarire quali siano i ruoli, le responsabilità e i processi dei team, in modo che possano lavorare meglio insieme. Adottare un approccio congiunto – in cui IT, risorse umane, azienda e dipendenti hanno tutti voce e ruolo – è essenziale.

Mettere al primo posto l’utente e non il dispositivo

Troppo spesso pensiamo alla mobility e ai dipendenti che sfruttano le tecnologie digitali come a semplici impiegati di un classico ufficio, che possono inviare e-mail dallo smartphone o fare conference call seduti comodamente nel proprio salotto. In realtà si tratta di molto di più, e la vera opportunità per le organizzazioni sta nel pensare prima di tutto all’utente e non al dispositivo. I partner possono aiutare a guidare questo cambiamento di mentalità, allontanandosi dalla semplice gestione di laptop e dispositivi mobile per supportare al meglio e in modo più ampio le possibili esigenze degli utenti. Potrebbe trattarsi di dipendenti che operano nei back office, forniscono servizi di vendita ai clienti o lavorano in negozi al dettaglio o nella produzione. Qualunque sia il campo specifico, le organizzazioni avranno bisogno di una guida per garantire che la giusta tecnologia supporti gli obiettivi aziendali – gestendo tutte le app, tutti i casi d’uso – in modo da sfruttare il potenziale dell’IT per poter pensare in modo diverso.

Assegnare priorità ai progetti “ad alta velocità”

I partner hanno anche bisogno di lungimiranza per determinare quali aree dell’azienda devono essere coinvolte in ciascun progetto. Non tutti i progetti, nemmeno quelli che riguardano la digital employee experience, richiedono il pieno coinvolgimento dei team IT e delle risorse umane. Nel caso invece sia così, è necessario puntare su un coordinamento senza soluzione di continuità, nonostante l’attrito che ne potrebbe conseguire.

L’onboarding di nuovi dipendenti è un ottimo esempio, perché richiede una collaborazione da manuale tra risorse umane e IT. L’obiettivo qui è offrire una day zero experience, ovvero un’esperienza che vede il nuovo dipendente ricevere digitalmente tutta la documentazione relativa al suo incarico, i dettagli di accesso, le domande sulla preparazione e le informazioni di onboarding, ancora prima che inizi il suo primo giorno in azienda. Fornito tramite una piattaforma tecnologica unica, in grado di gestire in modo semplice e sicuro qualsiasi app su qualsiasi dispositivo, tale approccio consente al dipendente di restituire la documentazione completa, selezionare il dispositivo da utilizzare sul posto di lavoro, effettuare il set up per accedere al sistema aziendale e acquisire familiarità con le attività immediate, in modo che – appena varcate per la prima volta le porte dell’ufficio – possa semplicemente prelevare il suo nuovo device e iniziare a lavorare.

Quando si definiscono le priorità in progetti di questo tipo, bisogna considerare che provare in piccolo può portare a un rapido fallimento. Molti programmi infrastrutturali e di modernizzazione tendono a durare 18 mesi, con un effetto “big bang” per la complessità che comportano. Spesso le aziende non possono sempre permettersi una tempistica di questo tipo: i talenti in azienda, per esempio, devono avere in mano gli strumenti fin dal primo giorno. Per questo motivo, i partner devono aiutare le organizzazioni ad assegnare la priorità ai progetti che devono essere rapidi; se falliscono devono essere rapidi anche in quello, in modo da imparare velocemente, reagire rapidamente e adattarsi alla prossima sfida, cogliendo nuove opportunità.

Sfidare le aziende invitandole a pensare diversamente

In sintesi, sfruttare queste tre tecniche si traduce nella possibilità di stabilire un nuovo modello di coinvolgimento tra IT e risorse umane a vantaggio, in definitiva, degli utenti finali. È necessario adottare un processo decisionale coordinato e rapido, alimentato da una piattaforma tecnologica agile in grado di scalare con un semplice gesto per fornire l’accesso alle informazioni a tutte le persone dell’organizzazione, in modo semplice e sicuro.

Si tratta di un ambito complesso, che richiede che molti dipartimenti lavorino insieme in armonia. L’opportunità per i partner in questo contesto non deve essere sottovalutata: aiutare i clienti a pensare in modo diverso, supportandoli con la giusta tecnologia dietro le quinte, per liberare l’IT e le risorse umane dai vincoli dei propri silos tradizionali, favorire una vera collaborazione e, nel fare questo, supportare le aziende mentre mettono al primo posto le loro persone.

Roberto Schiavone
Alliances & Channels Country Director, VMware Italy

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