La business agility spiegata al tuo capo

Business agilityTorniamo a parlare di business agility, un concetto di certo piuttosto complesso e ricco di sfaccettature, ma tant’è: con i cambiamenti che corrono, meglio iniziare a renderselo familiare.

Oggi prendiamo le mosse da un articolo pubblicato su Forbes da Steve Denning, che offre qualche utile consiglio per affrontare uno degli step fondamentali per introdurre l’Agile in azienda: spiegarlo alle persone, e in particolare al capo.

Almeno all’inizio, scrive Denning, le metafore possono fare un ottimo lavoro, fornendo un’immagine immediata anche del concetto più ostico. Bisogna però scegliere quella giusta: la buona notizia è che possiamo suggerirvene tre.

La business agility è… una rivoluzione copernicana

Partiamo da un grande classico, la rivoluzione copernicana. Esattamente come, dopo la scoperta di Copernico, abbiamo finalmente compreso che è la Terra a girare intorno al Sole, la business agility ci apre gli occhi sul fatto che sono le aziende a ruotare attorno alle persone, e non il contrario.

Il focus di ogni attività e strategia aziendale passa quindi dall’aumento del fatturato all’aumento del valore generato per le persone. E possiamo essere certi che, raggiunto questo secondo obiettivo, il primo non mancherà di realizzarsi.

La business agility è… una squadra di basket

Passiamo ora allo sport, terreno forse meno familiare per alcuni di noi (sicuramente lo è per chi scrive,business agility 2 ndr). Denning in questo caso mette a confronto due diversi sport, il football americano e il basket. Il primo si caratterizza per un controllo costante del coach, che monitora e determina ogni singola mossa giocata dalla squadra. Risultato: una partita di 3 ore può avere solo 11 minuti di gioco effettivo.

Situazione diversa è quella della squadra di basket, il cui coach sta a bordo campo e lascia che siano i giocatori a scegliere quale schema e strategia di gioco mettere in atto. La business agility richiede un approccio simile a quest’ultimo: un’azienda Agile si lascia alle spalle meccanismi burocratici farraginosi, basati magari sulla rendicontazione costante del proprio lavoro (passato, presente e futuro) ai superiori, per adottare una modalità di lavoro che valorizza il talento e le capacità di ogni singola persona, magari attraverso la costituzione di team di lavoro snelli e auto-organizzati.

Questo richiede un diverso atteggiamento nei confronti delle attività svolte e dell’assunzione di responsabilità, ma garantisce una maggiore produttività e una riduzione drastica dello spreco di tempo ed energie.

La business agility è… le app del tuo smartphone

L’ultima metafora riguarda la tecnologia. Il confronto da cui Denning prende le mosse è in questo caso tra i computer “vecchio stile” e le moderne app presenti nei nostri smartphone.

business agility 3Nei vecchi computer, spiega Denning, le varie componenti operavano come programmi separati, che spesso non erano in grado di interagire tra loro in modo efficace. La struttura stessa del sistema, insomma, era d’intralcio al suo buon funzionamento. Vi ricorda qualcosa? Sì, proprio loro: i silos aziendali.

Tutto cambia, invece, nel caso delle app di uno smartphone: sono always on, e capaci di interagire tra loro semplicemente e immediatamente. Anche la business agility funziona così: elimina le barriere tra le varie aree aziendali e tra i membri dell’organizzazione, creando un network in cui idee e informazioni possono circolare liberamente e in tutte le direzioni. Questo modo di lavorare, improntato alla collaborazione, ha anche il vantaggio di alleggerire la pressione che di solito grava sui manager.

Una metafora da dimenticare: l’azienda è una macchina

Infine, una metafora che secondo Denning faremmo meglio a mettere nel cassetto: quella dell’azienda macchina. L’idea infelice alla base di questa metafora, che in sostanza trasforma le persone in cose, è stata chiaramente espressa nel 1965 da Harold Geneen, CEO di ITT, secondo il quale “compito del management è rendere le persone prevedibili e controllabili“. Oltre che discutibile, si tratta di una missione più che impossibile oggi, in un mondo sempre più volatile, incerto, complesso e ambiguo.

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