Creative recruiting vs. automated recruiting: con l’avanzare di intelligenza artificiale e automazione, le attività in ambito di selezione del personale sembrano raccogliersi progressivamente verso questi due poli, aprendo una fase in cui i professionisti del settore sono chiamati a ripensare il proprio ruolo per dare una risposta efficace e di valore alla diffusione delle macchine intelligenti.
Compito per i professionisti del futuro: rinnovarsi. Nessuno escluso
Nel report Future of Jobs 2018, redatto dal World Economic Forum, il 50% delle aziende interpellate ritiene che entro il 2022 la forza lavoro full-time sarà in qualche modo ridotta dal dilagare dell’automazione. I dipendenti devono quindi essere pronti a ripensare e ampliare le loro attività e competenze, con o senza il sostegno diretto dei datori di lavoro, che spesso tendono all’immobilismo quando si tratta di avviare piani di reskilling e upskilling dei lavoratori.
Questo processo interessa anche i recruiter professionisti, a loro volta “minacciati” dalla crescente applicazione dell’intelligenza artificiale alle prime fasi dei colloqui di selezione dei candidati e allo screening dei CV, nonché dall’automazione dei task più ripetitivi, come la pubblicazione degli annunci di lavoro, benché la consapevolezza a tal proposito non sia ancora diffusa.
Ci sono tuttavia delle mosse che i selezionatori umani possono attuare per preservare il proprio incarico e rinnovarlo, come suggerito da Shahid Wazed (talent acquisition trendsetter e founder di Top Talent Summit), mettendo contemporaneamente al riparo le organizzazioni dal rischio di sacrificare la qualità delle attività di recruiting al taglio dei costi garantito dalla completa automazione.
Innanzitutto è importante analizzare le attività svolte per capire se e in che misura potrebbero essere automatizzate; partendo da queste considerazioni è possibile pianificare e sviluppare strategie nuove per rendere creativi i task più ripetitivi, imparando a valorizzare lo human touch proprio attraverso il giusto mix delle tanto temute soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. Si tratta di coltivare un nuovo mindset fondato sulla capacità di essere massimamente ricettivi nei confronti delle best practice più innovative: il futuro appartiene infatti ai recruiter capaci di ridisegnare in chiave creativa, con passione e rapidità, il loro ruolo, volgendo a proprio vantaggio la disruption promossa dalle tecnologie intelligenti.
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