Remote meeting: ecco come gestirli

remote meetingPresenza costante in questo 2020, i remote meeting tornano sulla cresta dell’onda – ammesso che se ne fossero mai davvero andati. E c’è di più: sulla scia dell’incremento esponenziale registrato in questi mesi, si stima che entro il 2024 le riunioni in presenza saranno solamente il 20% del totale.

Benché siano uno strumento prezioso per restare operativi anche a distanza, le video-riunioni possono causare stress, scarsa collaborazione, difficoltà nei processi di comunicazione e decision making. Per ridurre questi rischi, Glickon ha individuato 6 aspetti critici che le aziende devono tenere sott’occhio. Eccoli qui.

Remote meeting: a cosa fare attenzione

Sovraccarico di riunioni

I remote meeting sono facili e veloci da organizzare, ma non per questo bisogna abusarne: solo un meeting necessario è un meeting efficace.

Scarsa partecipazione

Con il lavoro da remoto le distrazioni si moltiplicano, e diventa difficile mantenere la concentrazione a lungo (Gartner ha rilevato una diminuzione della capacità di concentrazione pari al 29%). Per questo bisogna fissare dei momenti esclusivamente dedicati alle riunioni, coinvolgendo un numero ristretto di persone, in modo che ciascuno sia parte attiva dell’incontro.

Assenza di un leader

Chi ha convocato il remote meeting deve anche guidarlo, facendo le presentazioni se necessario, concedendo la parola, riportando tutti all’ordine del giorno quando la conversazione inizia a divagare.

Mancanza di un metodo condiviso

Ogni azienda deve fissare alcune regole condivise per la definizione di agende, follow-up e next step: solo così si eviteranno intoppi nelle video-riunioni.

Strumenti tecnici inadeguati

Quando ai dipendenti viene data la possibilità di lavorare da casa, ogni azienda deve accertarsi che dispongano di software e hardware (cuffie, webcam) semplici e funzionali per i remote meeting.

Scarsa chiarezza nell’esito

Uno dei problemi che rende inefficace una riunione è la confusione che regna quando si conclude. Per assicurarsi che ognuno sappia cosa fare e per quando, è utile fare un breve recap prima di terminare l’incontro.

3 suggerimenti in più

Una volta evidenziati i possibili punti critici, Glickon ha anche individuato 3 azioni che i people manager possono mettere in atto per migliorare la produttività e il benessere dei lavoratori da remoto.

Ascolto

Innanzitutto le persone vanno ascoltate, per esempio attraverso strumenti come la people analytics, che combina la raccolta di dati attivi (brevi survey) e passivi (ricavati dagli strumenti di comunicazione e collaborazione) per capire qual è il sentiment interno.

Analisi

Le aziende devono inoltre misurare l’efficacia dei meeting, il livello di stress, partecipazione e tempo speso, definendo un metodo in real-time per analizzare le metriche relative al lavoro da remoto.

Azione

Dati alla mano, bisogna infine costruire dei percorsi di formazione e informazione per favorire l’adozione di comportamenti e competenze utili a migliorare la produttività e il benessere nel lavoro da remoto.

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