Tutti a casa, dall’oggi al domani: un’esperienza quantomeno spiazzante quella vissuta dalla maggior parte dei lavoratori – soprattutto i meno avvezzi allo smart working – all’esplodere dell’emergenza Coronavirus e al dilagare delle restrizioni ad essa connesse.
Una simile situazione, del tutto eccezionale, rischia ora di generare confusione proprio su uno dei temi attualmente più discussi: lo smart working, appunto.
«Obbligare tutti a lavorare da casa improvvisamente non è smart working» ha infatti precisato il CEO di Methodos Alessio Vaccarezza. «L’esperienza nelle attuali circostanze eccezionali dimostra, ed è un bene, che si può lavorare da casa senza troppe difficoltà, con alcune accortezze e attenzioni. Tuttavia, superato lo shock iniziale, il lavoro forzato a distanza palesa diversi svantaggi e c’è il rischio che un’analisi superficiale porti a credere che lo smart working crei problemi. Non è così».
Gli elementi che differenziano lo smart working rispetto al lavoro da remoto di questo periodo sono molteplici: innanzitutto l’autentico lavoro agile è frutto di una libera scelta da parte del lavoratore, funzionale al raggiungimento dei suoi obiettivi e, soprattutto, richiede a persone e organizzazioni la capacità di definire e gestire i processi in modo adeguato, nonché responsabilità, autonomia e una buona dimestichezza con gli strumenti di lavoro smart.
Ripensiamo allo smart working quando l’emergenza sarà finita
Quelli appena menzionati sono tutti fattori che l’emergenza sanitaria ha ovviamente relegato in secondo piano, ma su cui potremo tranquillamente tornare a concentrarci in un secondo momento, attraverso la progettazione di percorsi strutturati di smart working che ci permettano di fare tesoro dell’esperienza che stiamo vivendo.
Per il momento, ecco alcuni consigli di Methodos per gestire al meglio i possibili effetti collaterali e le situazioni più difficili legate alle attuali condizioni di lavoro:
- ricreare le relazioni sociali, per esempio attraverso videochiamate, tenendo vivo il confronto tra colleghi;
- tracciare dei confini netti tra momenti di lavoro e vita privata, concentrandosi sulle proprie attività negli orari appropriati e staccando completamente negli altri momenti della giornata;
- cercare di non trascurare, nei limiti del possibile, il proprio benessere fisico;
- non rimandare gli impegni e cercare di garantire la massima continuità alle attività aziendali;
- prepararsi a gestire il dopo-emergenza, valutando attentamente cosa ha funzionato e cosa deve invece essere perfezionato.
COMMENTI