La fine dell’emergenza non sarà la fine dello smart working

smart working aidpL’emergenza passa, lo smart working resta: questa è la volontà di più del 68% dei direttori del personale interpellati da Aidp sulla questione, un dato che rivela come l’accelerazione innescata dalla pandemia in ambito di riorganizzazione del lavoro non si sia ancora esaurita.

«L’emergenza epidemica ha creato le condizioni, temporanee e forzate, per una sorta di sperimentazione di massa del lavoro da casa, che è cosa diversa dal concetto di smart working, come tutti sappiamo» ha commentato Isabella Covili Faggioli, Presidente Aidp. «Ne siamo tutti consapevoli e tuttavia la questione oggi è un’altra: cosa rimarrà dell’emergency working, così com’è stato definito da molti, dopo la fine dell’emergenza, e come questa condizione parziale del lavoro da remoto si trasformerà in autentico smart working? Su queste domande di fondo la nostra indagine tra i direttori del personale ha evidenziato due trend fondamentali: il post-Covid vedrà una crescita sostenuta dello smart working come strumento strutturale dell’organizzazione del lavoro, con percentuali superiori rispetto a prima; nella valutazione tra rischi e opportunità, queste ultime prevalgono rispetto alle criticità, che pur ci sono. Si apre, così, una nuova fase di ripensamento del futuro del lavoro in cui bisognerà ben bilanciare le opportunità con gli svantaggi, e soprattutto sarà necessario uno spirito collaborativo tra le parti che eviti la polarizzazione del confronto».

HR manager e smart working: i dati

Secondo quanto rilevato da Aidp, il new normal continuerà dunque ad essere all’insegna dello smart working nel 68% dei casi; il 30% degli intervistati, inoltre, promuoverà nuovi interventi organizzativi ispirati ai principi del lavoro agile.

Per quanto riguarda i principali vantaggi riscontrati, gli intervistati hanno indicato: risparmio di tempo e costi di spostamento per i lavoratori (69%); maggiore soddisfazione dei dipendenti e miglioramento della vita in termini di work-life balance (64%); aumento della responsabilità individuale (46%). Gli svantaggi invece sono stati la perdita delle relazioni sociali (62%), la mancanza di separazione tra ambiente domestico e ambiente lavorativo (32%) e il rischio di un sovraccarico di lavoro (21%).

Anche lo smart learning sembra destinato a crescere in futuro, almeno secondo il 17% degli HR manager. L’ultimo tema che sta catalizzando l’attenzione dei direttori del personale è infine quello della salute: quasi il 60% dei rispondenti ha riprogettato l’organizzazione del lavoro secondo le norme aggiornate di tutela della salute e della sicurezza nell’ottica di una costante prevenzione.

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