Lavoro distribuito, le aspettative aumentano

lavoro distribuitoIn questi giorni le previsioni sull’anno che ci attende, dal punto di vista della trasformazione del lavoro e delle strutture organizzative, si susseguono senza sosta. Le aspettative sono come mai prima d’ora elevate per quanto riguarda il cambio di passo atteso, e nei prossimi mesi capiremo se tutte le aziende riusciranno davvero a tradurle in realtà.

Sul tema si sono di recente espressi anche Kristine Dahl Steidel, Vice President EUC EMEA di VMware, e Carl Benedikt Frey, Direttore del programma Future of Work della Oxford University, concentrando le loro considerazioni su tre aspetti in particolare. Vediamo quali.

La produttività dovrà essere misurata per output

«Presentarsi in ufficio o segnare le proprie ore lavorative non saranno più indicatori rilevanti. Al contrario, sarà rivolta sempre più attenzione all’output rispetto all’input. Nel 2021 assisteremo a questo grande cambiamento di mentalità. Le organizzazioni innovative e competitive si orienteranno verso la misurazione dei risultati piuttosto che verso il numero delle ore lavorate».

Stando a questa prima previsione, l’anno che ci attende si presenta all’insegna di una maggiore libertà garantita ai lavoratori, fondata su livelli più elevati di flessibilità e fiducia. La domanda cruciale per valutare le performance di ciascuno non sarà più focalizzata sul modo in cui viene strutturata la giornata di lavoro, ma sul raggiungimento dei rispettivi KPI e sulla reattività e proattività dimostrata nelle relazioni con clienti e colleghi.

I talenti di tutto il mondo saranno a portata di click

«Quando il luogo di lavoro diventa meno vincolante, i talenti crescono e i datori di lavoro sono in grado di assumere i migliori di questi ovunque si trovino, con la sola connessione internet».

Il lavoro a distanza sembra aver sdoganato l’idea di un’azienda che può smettere di preoccuparsi dei limiti geografici. Secondo un’indagine svolta da VMware tra responsabili aziendali dell’area EMEA, l’82% ritiene che il remote working li abbia aiutati a selezionare i candidati principalmente sulla base di competenze e caratteristiche specifiche, facendo passare in secondo piano la distanza fisica che li separa dalle sedi aziendali.

Se questo significa un notevole ampliamento del bacino dei candidati disponibili, con l’effettiva possibilità di intercettare i migliori talenti sul mercato, per le aziende vuol dire anche impegnarsi ad essere realmente attrattive – per esempio garantendo una digital employee experience ottimale.

Ciò significa investire nelle tecnologie e nei processi più adatti a offrire un’esperienza soddisfacente a ogni membro del team aziendale, con effetti positivi su talent attraction e talent retention nell’immediato e negli anni a venire.

Lavoro distribuito e serendipity

«Dalla Firenze rinascimentale alla Silicon Valley, l’innovazione ha sempre beneficiato della prossimità e delle interazioni casuali. Per questo, vedremo molto probabilmente una nuova ondata di strumenti di collaborazione che cercheranno di portare questo elemento di “serendipity” nella nostra vita lavorativa».

Lavorare da luoghi differenti può essere un vero acceleratore di creatività o di serendipity, termine che indica qui la condizione di apertura nei confronti delle possibilità di innovazione e la capacità di intercettare riflessioni e intuizioni utili al successo dell’azienda.

Questo fatto, se valorizzato, può consentire alle organizzazioni di continuare a promuovere la generazione di nuove idee, favorendo i processi di innovazione anche a distanza. Si tratta in questo caso di iniziare a investire in soluzioni digitali creative che permettano ai lavoratori di scambiarsi idee in modo semplice e immediato.

«In questo mondo del lavoro sempre più distribuito, non più limitato dalla posizione, i team di maggiore successo si distingueranno per come saranno in grado di favorire produttività, esperienza dei dipendenti e creatività» hanno concluso Dahl Steidel e Frey. «Affinché le organizzazioni possano realmente prosperare in questo mondo così cambiato, dovranno chiedersi se stanno abbracciando proprio queste nuove prospettive».

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