Nei giorni scorsi abbiamo avuto occasione di riportare i dati raccolti da una recente indagine IBV, secondo la quale – tra le altre cose – quest’anno un dipendente su quattro prenderà in considerazione la possibilità di cambiare azienda perché alla ricerca di luoghi e orari di lavoro più flessibili.
Non serve ricordare di nuovo che anche per il 2021 le parole più usate – ma non più abusate, si spera – all’interno di molte aziende continueranno ad essere smart working e digitalizzazione.
Ciò che non guasta ripetere è che lo smart working e la digitalizzazione hanno bisogno di un metodo, di un approccio olistico al cambiamento, dal momento che lavorare in modo intelligente è un percorso che implica una trasformazione e un’evoluzione a livello di tecnologie, competenze e people management.
Perché l’organizzazione agile è la risposta migliore per lavorare smart
Volatile, incerto, complesso, ambiguo: già da qualche anno, anche prima dell’emergenza, abbiamo iniziato a caratterizzare in questo modo il contesto in cui le aziende operano e devono competere. Proprio da qui ha avuto origine la riflessione sull’opportunità di adottare modelli organizzativi agili e smart: una nuova struttura per processi e attività, contraddistinta dalla capacità di facilitare una più tempestiva presa di decisioni, tradurle in azioni, verificarne in modo rapido l’efficacia e correggere il tiro quando necessario.
Insomma: quando dinamicità e cambiamento costante (e spesso imprevedibile) diventano le regole del gioco, chi per primo vi si adatta ha la possibilità di vincere.
Cosa vuol dire diventare agili e smart
Se il lavoro agile e smart è la risposta, ci sono degli aspetti dei tradizionali modelli organizzativi che vanno al più presto superati: pensiamo, per esempio, alla leadership del tipo command & control, a ruoli e processi rigidi e codificati, a una mentalità di sospettosa chiusura verso l’open innovation e l’ecosistema in cui l’azienda è inserita, ai luoghi e agli orari di lavoro fissi, alla valutazione e alla gestione delle performance che considerano solo i “compiti eseguiti” e non gli obiettivi raggiunti.
In netta discontinuità con lo scenario che abbiamo sommariamente delineato, la transizione verso un’organizzazione agile e smart richiede a manager ed HR specialist di concentrarsi su:
- adozione di modalità di lavoro flessibili;
- creazione di team interfunzionali e autonomi nel raggiungimento degli obiettivi;
- sviluppo della capacità di delega da parte del top management;
- responsabilizzazione ed empowerment di ogni persona in azienda;
- implementazione di tecnologie per la collaborazione, la comunicazione interna e la condivisione di dati e informazioni;
- valorizzazione degli individui e dei loro talenti;
- incentivi alla sperimentazione, all’apprendimento e al miglioramento continui;
- sviluppo di una visione strategica condivisa di lungo periodo.
Smart working management: come fare
Se avete superato indenni l’elenco qui sopra, senza cedere al panico o allo scoramento, vi siete guadagnati un’informazione che potrebbe tornarvi utile qualora decideste di passare all’azione e creare un piano strategico per consolidare lo smart working in azienda e traghettarla verso un futuro agile.
Nel mese di aprile avrà inizio il master online Smart working management, organizzato da Smartworking srl in collaborazione con Odm Consulting. L’obiettivo è quello di condividere con i partecipanti pratiche e metodi utili per orchestrare il cambiamento organizzativo in chiave smart e definire un piano strategico ad hoc per trasformare le rispettive aziende in organizzazioni agili.
I dettagli del master Smart working management verranno presentati attraverso un webinar che si svolgerà il 22 febbraio, ma nel frattempo è possibile leggere la brochure scaricabile qui.
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