Employee experience, buoni motivi per non trascurarla

employee experience vantaggiL’esigenza di tenere vivi senso di appartenenza, motivazione, flessibilità e produttività nei lavoratori che non possono contare sulla vicinanza fisica per fare squadra sta portando alla ribalta la stretta connessione esistente tra questi fattori e l’esperienza che le persone vivono quando svolgono il loro lavoro.

I segnali che confermano questo cambio di prospettiva sull’argomento sono piuttosto inequivocabili: negli ultimi 2 anni il numero di HR manager che individua nell’employee experience (EX) l’elemento cardine delle proprie strategie si è quasi triplicato, e nello stesso arco di tempo il budget dedicato ai programmi di EX è passato dal 6% all’11% – una crescita, quest’ultima, che secondo le previsioni è destinata nei prossimi 2 anni a raggiungere quota 16%.

I dati che abbiamo appena citato sono quelli del nuovo studio Close the Employee Experience Gap – Allineare le percezioni tra la funzione HR e i dipendenti per migliorare l’esperienza delle persone e favorire il successo dell’azienda, condotto da Forrester Consulting LLC e commissionato da SAP, Qualtrics ed EY.
L’indagine ha coinvolto 900 HR manager e 900 lavoratori a tempo pieno in tutto il mondo, Italia compresa. Ecco quali altre informazioni sono emerse.

Gli ostacoli che ancora danneggiano l’esperienza dei lavoratori

Partiamo dalle note dolenti in materia di esperienza offerta dalle aziende alle proprie persone. Secondo la ricerca Forrester, gli elementi che più di frequente limitano la portata innovativa e migliorativa delle iniziative di employee experience sono:

  • silos organizzativi;
  • mancanza di supporto esecutivo;
  • misurazioni incoerenti;
  • dati dispersi tra funzioni aziendali differenti;
  • disallineamento tra divisioni HR e lavoratori.

A tal proposito, solo il 24% dei team HR ha un executive sponsor per i propri piani di EX, mentre per il 71% raccogliere informazioni in tempo reale sull’esperienza dei dipendenti è tuttora una sfida. Considerando invece il punto di vista dei lavoratori, la disillusione in materia di employee experience prevale: solo il 15% di loro si aspetta un’esperienza eccellente dalla propria azienda. Pessimismo, questo, che trova una delle sue radici nella già citata mancanza di allineamento tra HR e dipendenti, alimentata da un ascolto insufficiente e dalla scarsa importanza riconosciuta alle esigenze dei lavoratori quando si tratta di definire le strategie di EX.

Perché alle aziende conviene puntare sul miglioramento dell’employee experience

Per quanto possa apparire complicato trovare una quadra che conduca alla migliore esperienza possibile per le persone che fanno parte di un’organizzazione, lo studio dimostra che in questo caso il gioco vale la candela.
Ecco alcuni dei vantaggi che, secondo HR manager e lavoratori intervistati, il business aziendale può ottenere grazie a iniziative di employee experience ben strutturate:

  • maggiore agilità della forza lavoro (59% degli HR manager);
  • maggiore agilità organizzativa (67% degli HR manager);
  • miglioramento della produttività e della qualità del lavoro (80% dei lavoratori);
  • aumento dei ricavi (77% degli HR manager);
  • migliore redditività registrata dall’azienda (61% degli HR manager).

«L’apprendimento, la formazione, la diversità, l’inclusione e una cultura che incoraggia le persone a dare il meglio di sé sul posto di lavoro sono tutti elementi che fanno parte dell’esperienza dei dipendenti» ha commentato Jill Popelka, presidente di SAP SuccessFactors. «L’esperienza dei dipendenti non può essere isolata e delegata alle risorse umane o concentrata esclusivamente sull’aumento della produttività. Ha bisogno di una strategia olistica guidata dai leader dell’organizzazione e plasmata dal continuo feedback dei dipendenti».

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