La formazione dei lavoratori è attualmente uno degli investimenti più remunerativi che le aziende possano fare. Non ha dubbi l’Association for Talent Development (associazione internazionale per lo sviluppo delle competenze), che a questo tema ha di recente dedicato un’indagine svolta su un campione di oltre 2.500 aziende americane.
Risultato: chi offre una formazione completa, su molteplici argomenti, ai propri collaboratori registra un netto miglioramento dei ricavi rispetto ai competitor più negligenti.
Inoltre, a fronte di un investimento per la formazione di 1.500 dollari per dipendente all’anno, le aziende ottengono miglioramenti dei margini di profitto pari a circa il 24%.
Anche senza andare dall’altra parte del mondo, nell’ultimo periodo molte organizzazioni hanno dovuto fare i conti con i limiti che la mancanza di investimenti sulle proprie persone – in termini di sviluppo di competenze funzionali, miglioramento del clima aziendale e dei livelli di engagement – ha posto alla loro capacità di crescita sul mercato.
Come conseguenza, il focus su formazione e nuove competenze si sta diffondendo all’interno delle aziende di ogni settore e dimensione, che possono oggi contare su metodologie e strumenti evoluti, capaci di individuare gli ambiti di intervento più urgenti e di sviluppare percorsi di crescita e apprendimento coinvolgenti e personalizzati.
Tecnologia ed engagement per una formazione più efficace
Sul nesso sempre più stretto tra formazione, tecnologia ed engagement – e sul ruolo degli ultimi due nel favorire la capacità e la disponibilità all’apprendimento – è intervenuta a febbraio la European Conference on Digital Psychology – ECDP 2021, presentando i risultati di un report che testimoniano come l’applicazione della gamification (ovvero l’utilizzo di elementi di gioco in contesti non ludici per aumentare engagement e partecipazione) in aula, nelle organizzazioni o negli interventi riabilitativi porti al soddisfacimento dei bisogni di relazione, competenza e autonomia sottostanti alla motivazione intrinseca.
Per citare un esempio operativo del connubio tra formazione, tecnologia ed engagement in azienda possiamo considerare Choralia, società nata nel 2001 che opera seguendo un approccio in cui si uniscono learning experience, learning games, formazione interattiva, lavoro pratico sul campo e coaching.
«Trasformare un corso di formazione con la gamification significa attingere ad una delle forze più antiche del mondo: il gioco. Tutti giochiamo, investendo tempo ed energie per svolgere compiti apparentemente ripetitivi – ma lo facciamo con piacere, per il solo gusto di farlo. Questo perché un gioco – se ben progettato – riesce a stimolare diverse motivazioni individuali: la competizione, il divertimento, il collezionismo, la socialità e così via. Attingere a queste risorse per aumentare la motivazione sul lavoro o su un percorso formativo risulta molto utile, con miglioramenti a doppia cifra su tutte le metriche – dalla partecipazione/completamento dei corsi all’apprendimento, al trasferimento sul campo» ha sottolineato Federico Vigorelli, partner di Choralia e docente di digital learning e gamification presso la 24Ore Business School. «Spesso oggi si confonde la gamification con l’inserimento di punti, badge e classifiche in una app o strumento digitale, ma la vera potenza sta nella creazione di esperienze ludiche complete – i learning games – che rendono la formazione digitale stessa un gioco interattivo».
Attraverso l’utilizzo di data science, tecnologie digitali e people analytics, inoltre, Choralia è in grado di correlare i dati HR con quelli business, al fine di mettere in luce le competenze che rappresentano una reale opportunità di ritorno dell’investimento e che sono destinate ad avere un maggiore impatto sui risultati aziendali.
«L’applicazione di metodi analitici allo sviluppo delle Risorse Umane può costituire uno strumento prezioso sia per un miglioramento qualitativo sia per un più elevato ritorno dell’investimento sui dipendenti» ha spiegato Claudio Zamagni, amministratore delegato di Choralia. «Con il people analytics ci si riferisce proprio a quei metodi di analisi che possono aiutare i manager a prendere decisioni sul personale e sulle loro competenze: applicando statistiche, tecnologie e metodi a grandi moli di dati circa il comportamento dei collaboratori, i risultati portano a prendere decisioni e a trovare soluzioni migliori e più efficienti, sia in termini di tempi sia di ritorno dell’investimento».
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