Esistono giacimenti di risorse preziose a disposizione di tutte le aziende, e trovarle non richiede missioni di ricerca e conquista impossibili: basta aprire gli occhi, sollevare lo sguardo dalla tastiera del computer e guardarsi attorno. Avete indovinato di cosa – o meglio di chi – stiamo parlando? Delle persone, proprio loro, siano esse colleghi, collaboratori, superiori o dipendenti. Ascoltarli attivamente, garantire loro spazi di creatività, dialogo e confronto può innescare processi creativi e produttivi di forza e portata dirompenti, in grado di traghettare le organizzazioni oltre tutti gli scogli che le trasformazioni quotidiane pongono loro dinanzi per esplorare il futuro e realizzare gli obiettivi strategici di business.Valorizzare in tal modo le persone che agiscono all’interno delle organizzazioni, e vedere in queste ultime un organismo capace di apprendere ed evolversi, apre prospettive nuove di crescita e sviluppo, trasformando le imprese in un laboratorio del cambiamento e il lavoro in un progetto di sviluppo personale e condiviso. Dal dialogo tra generazioni all’apprendimento continuo, la trasformazione digitale sta aprendo numerose e stimolanti possibilità d’azione organizzativa integrata per sostenere una simile innovazione: lo sa bene Trivioquadrivio, che da ventidue anni mette a disposizione delle aziende un approccio consulenziale volto a rendere ogni individuo un agente del cambiamento attraverso servizi di consulenza strategica, change management, formazione e ispirazione, facilitazione e coaching, presentandosi come “laboratorio di ingegnosità collettiva”.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Leonardo Previ, fondatore e presidente di Trivioquadrivio e docente di gestione delle Risorse Umane presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, per conoscere meglio le attività di questa agenzia di consulenza e il pensiero che le ispira.
Sapere vs. know how, l’importanza di un approccio olistico
Un primo suggerimento sull’impostazione teorica e la vision che ispirano l’agenzia di consulenza milanese arriva già dal suo nome: in passato, infatti, l’unione delle arti del trivio e del quadrivio costituiva l’enciclopedia del sapere e la base per ogni ulteriore insegnamento: “Ho fondato Trivioquadrivio nel 1996 esattamente con lo scopo di restituire unità al sapere occidentale – non proprio un’ambizione da poco…” ha esordito Previ. “Venticinque anni fa ci siamo resi conto, insieme a molti altri naturalmente, delle conseguenze indesiderate di questo antico percorso di verticalizzazione delle competenze, che per secoli ha sminuzzato la conoscenza in pezzi sempre più piccoli e alla fine ha ottenuto un risultato paradossale: ha reso superfluo il sapere (inteso come la capacità di affrontare da un punto di vista alto la complessità della vita) e lo ha sostituito con il know how. A causa di questa parcellizzazione accademica, gli esperti che provengono da discipline diverse non riescono più a intendersi tra loro e tanto meno sanno collaborare efficacemente. La radicale distinzione su cui si è eretto il grande edificio accademico europeo (da una parte chi racconta, trivium; dall’altra chi conta, quadrivium – o, se si preferisce, scienze umane e scienze esatte, soft skill e saperi “duri”) non può reggere al cospetto della contemporaneità: abbiamo bisogno di esperti che tornino a dialogare, perché i problemi che ci troviamo di fronte, dentro e fuori le imprese, possono essere risolti solo attraverso la continua collaborazione tra saperi differenti. Se non genera questa capacità cooperativa, la divisione dei saperi finisce per generare soluzioni di dettaglio, che forse tamponano i problemi locali ma certamente peggiorano le condizioni globali”.
Intelligenza, creatività, collettività: ecco la vera innovazione
La ricerca di una dimensione unitaria e olistica nel campo dei saperi deve poi rispecchiarsi in un autentico protagonismo di individui e relazioni all’interno delle realtà aziendali e nelle dinamiche di mercato: come stiamo finalmente iniziando a capire, ogni progetto di trasformazione vincente e duraturo è un progetto corale. Ecco allora spiegata la centralità riconosciuta da Trivioquadrivio all’ingegnosità collettiva: “L’ingegnosità collettiva è lo strumento più adatto per affrontare la complessità organizzativa con qualche chance di concreto successo. Sul piano linguistico la cosa è semplice: quando l’intelligenza non basta, facciamo ricorso alla creatività, quindi otteniamo ingegnosità, che è appunto ‘intelligenza+creatività’. Quando nemmeno l’ingegnosità individuale è sufficiente, occorre mettere in campo quella collettiva” ha spiegato Previ. “Ed è appunto questa la situazione più frequente nell’azienda contemporanea: per quanto intelligenti siano le singole persone di cui essa dispone, se intende competere nei mercati di oggi l’impresa ha bisogno di mettere in rete le intelligenze individuali e di integrarle con la creatività di tutti. Ecco l’ingegnosità collettiva all’opera”.
Viene da chiedersi quanto sia applicato e applicabile un simile modus operandi nelle realtà aziendali del nostro Paese: nel pubblico come nel privato, l’essere umano è tendenzialmente restio al cambiamento, e le eccezioni che permettono di immaginare possibili scenari alternativi a quelli tradizionali finora conosciuti non sono poi molte: “Se penso al lavoro facendo riferimento a uno scenario ideale, non posso evitare di rendere omaggio a una frase che il mio papà aveva fatto incidere su una lastra di marmo appesa alle sue spalle, nel suo ufficio: ‘Lavora, ama, la felicità non cercarla; lavora, ti cercherà lei’. Ecco, io sono cresciuto con questo motto davanti agli occhi e anche adesso, a distanza di anni, avverto una grande riconoscenza verso il mio papà per quella frase, che è poi la sintesi della sua vita. Io non credo che le persone tendano a resistere al cambiamento, l’evoluzione della nostra specie dimostra il contrario. Penso piuttosto che si tratti di superare un certo disegno organizzativo, quello di origine moderna, che spinge le persone a comportarsi come macchine: se il mio capo si aspetta da me unicamente il rispetto delle istruzioni che ho ricevuto, è poi difficile che a me venga voglia di cambiare”.
Ingegnosità collettiva all’opera
Questo il background teorico di Trivioquadrivio, che nel corso dell’anno che sta finendo ha avuto ovviamente molte occasioni per tradursi in attività concrete: “Il 2018 è stato per Trivioquadrivio un anno ricco d’ingegnosità collettiva” ha proseguito Previ. “Siamo stati fortunati perché abbiamo incontrato persone in ascolto che guidano imprese pronte a porsi a loro volta in ascolto. Personalmente, il lavoro cui sono più affezionato è quello, tuttora in corso, che stiamo svolgendo all’interno di una società di progettazione architettonica e ingegneristica in forte crescita, che ha messo in moto risorse sopite proprio grazie a una eccellente capacità di ascolto. Ma sono certo che i colleghi di Trivioquadrivio risponderebbero a questa domanda con casi di studio diversi e altrettanto interessanti”.
Progetti e servizi di consulenza che continueranno a evolversi e svilupparsi nel corso del 2019: “Per continuare ad aiutare le imprese a valorizzare il più importante asset disponibile, le persone, anche nel 2019 Trivioquadrivio insisterà sull’ingegnosità collettiva. Abbiamo messo a punto un’interpretazione efficace ed elastica della consulenza di processo, un genere d’intervento che offre garanzie di successo senza imporre oneri che, legittimamente, le imprese non sono più in grado di sostenere. Agiamo come un laboratorio che aiuta i propri clienti a sperimentare soluzioni reversibili: una volta testata localmente l’adeguatezza degli esiti ottenuti rispetto ai risultati attesi, promuoviamo l’innovazione capillarmente nel tessuto dell’organizzazione. Se l’esperimento non ha funzionato, corriamo rapidamente ai ripari, giovandoci di quello che abbiamo appreso” ha concluso Previ. “È un metodo che s’ispira alle dinamiche dei sistemi naturali, fondato su ascolto, scambio di feedback, costruzione di fiducia diffusa, valorizzazione del capitale umano, monetizzazione dei risultati. È un metodo che funziona perché attraversa tutti i saperi di cui l’impresa innovativa ha bisogno, che è poi quello che Trivioquadrivio ha imparato a fare bene in questo quarto di secolo di consulenza”.
Emma Pisati – HEI Human Experience Insights
Per mostrarti come liberare le risorse e la creatività custodite dalle persone nella tua azienda, abbiamo organizzato con Trivioquadrivio il “Laboratorio di ingegnosità collettiva. Come trasformare l’azienda in una fucina d’innovazione“, che si svolgerà il 31 gennaio, dalle 9 alle 12:30, in via Ariberto 21 a Milano.
Per ulteriori informazioni e per prenotare il tuo posto in sala invia una mail a eventi@hei.network
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