Innovare partendo dalle persone, la sfida degli HR

innovazione dalle personeIl lavoro è un aspetto della nostra vita molto importante. Non è solo una questione di carriera, crescita e obiettivi personali; il lavoro occupa anche molto del nostro tempo e in qualche modo ci condiziona. Proprio per la sua complessità e le implicazioni tra vita privata e professionale, la storia dell’evoluzione del lavoro è una storia affascinante che è sempre andata di pari passo con i più importanti cambiamenti sociali ed economici.

Il passaggio dall’agricoltura all’industria, il periodo bellico, l’emancipazione dell’occupazione femminile, il boom economico, la rivoluzione digitale e, oggi, una trasformazione che viviamo quasi giorno per giorno. Il 2020 ci ha messo alla prova, all’improvviso, senza darci il tempo di metabolizzare quello che stava accadendo. In questi mesi l’imperativo è stato “fare”: adattarsi, innovarsi, ripensare i modelli di business, ma soprattutto riorganizzare il sistema lavoro. Qualcuno ha colto un’opportunità, qualcuno ha avuto una visione lungimirante sul futuro, qualcuno era già pronto e qualcun altro l’ha vissuto come un male necessario.

HR manager, ovvero la guida verso la digital transformation

Per gestire il cambiamento in un’ottica di crescita e di miglioramento, soprattutto in emergenza, negli anni la figura dell’HR (e del dipartimento delle Risorse Umane in generale) ha assunto, a ragione, un ruolo sempre più determinante, strategico. E infatti, ormai, si parla dell’HR come la guida del cambiamento delle aziende, la figura chiave per affrontare le sfide presenti e future, soprattutto quelle legate alla trasformazione digitale

La trasformazione digitale non è solo un processo, non è l’applicazione del digitale ad alcuni aspetti aziendali, è molto di più, è un vero e proprio scardinamento di mentalità, di atteggiamento, di approccio alle tecnologie e alle metodologie di lavoro.

Questo gli HR oggi lo sanno e questa è la direzione che stanno prendendo. La competitività dell’economia del nostro Paese dipende tantissimo da questa nuova era. L’Italia è, purtroppo, fanalino di coda in Europa in tema di digitalizzazione e innovazione: stiamo rincorrendo mercati molto più preparati, evoluti e proiettati al futuro. Bisogna cambiare passo in modo molto deciso. E bisogna farlo adesso, perché le previsioni per quest’anno non sono rosee, ma se ci facciamo sopraffare dalle circostanze la ripresa e il recupero del terreno perso rischiano di diventare una corsa tutta in salita.

Le persone fanno la differenza

Perché, ancora una volta, l’HR è centrale in questo percorso? Perché l’HR ha tra le mani un valore fondamentale dell’azienda: il capitale umano. 

Una volta si diceva che “tutti sono utili ma nessuno è indispensabile”; oggi ha ancora senso questa affermazione? Non credo. Le persone fanno la differenza, le persone sono l’ago della bilancia, le persone giuste al posto giusto possono essere determinanti per il successo di un progetto. E le aziende sono fatte di persone, che hanno bisogno di motivazione, di obiettivi, di incentivi, di sentirsi apprezzate, di essere valorizzate e di essere trattate con rispetto.

Queste considerazioni non sono solo opinioni personali o visioni legate all’esperienza: ci sono studi, ricerche e dati a supporto di questa inversione di tendenza, che è destinata a crescere nel tempo, a consolidarsi e a portare dei risultati concreti. Davvero oggi l’innovazione si misura sulle persone ed è una sfida che vale la pena intraprendere.

Guarda caso non si parla più solo di selezione del personale, ma di attrazione dei talenti. Le parole, al pari delle persone, sono importanti. Questo cambio di registro linguistico porta in sé un cambiamento di prospettiva generale. Non basta più coprire una posizione vacante, ma si vuole arrivare a inserire in azienda i candidati migliori. E qui troviamo un ulteriore elemento di differenziazione rispetto al passato: non è più solo il candidato che cerca lavoro, ma è l’azienda che cerca di farsi scegliere dai candidati migliori.

L’azienda si racconta all’esterno e all’interno: racconta la sua storia, i suoi valori, gli obiettivi, i successi. E la voce di questo racconto è innanzitutto l’HR. È la persona da cui ci si aspettano delle risposte e delle proposte, una nuova visione dell’organizzazione e della gestione del personale a tutti i livelli: nuove assunzioni, percorsi di crescita, progetti di welfare.

Se un giovane non trova un ambiente di lavoro abbastanza stimolante se ne va, probabilmente all’estero, e questo è un costo sommerso ma significativo. Se una risorsa non viene formata o non gli vengono date delle prospettive se ne va, e si porta dietro tutto il know how. Se un dipendente non viene coinvolto e non si sente parte dell’azienda, ma solo un numero, porterà sempre meno valore.

Migliorare attraverso la tecnologia

Pensando al ruolo dell’HR come innovatore, penso a una persona impegnata ogni giorno per il bene di altre persone. E dove sta, invece, l’innovazione intesa come quella carica dirompente che porta al rinnovamento? Negli strumenti che ha oggi a disposizione per raggiungere i suoi obiettivi. La tecnologia nel settore HR ha avuto davvero un effetto significativo e ancora ci sono ampissimi margini di miglioramento. 

Quando sentiamo parlare di candidate experience, employer branding e talent acquisition siamo consapevoli che sono i principali ambiti su cui si giocano le strategie HR; l’innovazione del comparto è in larga parte concentrata in queste attività, tutte ad alto valore aggiunto, tutte che pongono l’attenzione sulle persone.

Che possibilità ha un HR di veicolare un’attività di candidate experience? Assessment, gamification, video-colloqui, tour virtuali dell’azienda sono, per esempio, delle possibilità moderne e sempre più utilizzate. Lo stesso vale per l’employer branding, che si può declinare in smart working, lavoro agile, miglior bilanciamento tra lavoro e vita privata. La valorizzazione delle soft skill, in un processo di talent acquisition, può esprimersi sempre con un video motivazionale o con un test attitudinale.

Il minimo comun denominatore tra queste attività è la tecnologia. L’HR che riesce a costruire una strategia facendosi supportare dalle opportunità che la tecnologia e il digitale offrono è un HR che porta innovazione, che fa innovazione in azienda. Bisogna aver fiducia negli strumenti innovativi a cui abbiamo accesso, bisogna conoscere da vicino come funzionano, bisogna saperli inserire in una strategia mirata e bisogna anche un po’ osare e rompere gli schemi tradizionali.

In conclusione, l’HR manager oggi è una figura poliedrica, che ha una visione globale dell’azienda e che ha la possibilità di attuare politiche interne che si trasformano in vantaggi competitivi sul mercato. Lo può fare puntando tutto sulle persone, sfruttando la tecnologia per valorizzare il lavoro delle Risorse Umane.

Andrea Pedrini
Country Manager di CleverConnect Italia

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