Quando si parla di adozione di un modello organizzativo agile e intelligente, bisognerebbe innanzitutto riflettere su ciò che questi due aggettivi comportano in termini di ripensamento della cultura aziendale e delle tradizionali modalità operative e collaborative.
Come abbiamo sottolineato in passato, prendendo le mosse da un articolo di Steve Denning pubblicato su Forbes, promuovere l’agilità in azienda significa compiere 3 passi indispensabili per allontanarsi dal consueto modo di vedere e interpretare le relazioni e le dinamiche organizzative:
- il focus di ogni attività e strategia aziendale diventa l’aumento del valore generato per le persone;
- le modalità di lavoro devono abbandonare le logiche di controllo e passare alla valorizzazione del talento e delle capacità dei singoli, favorendo la costituzione di team di lavoro snelli e auto-organizzati;
- le barriere tra i dipartimenti aziendali devono crollare per lasciare spazio a un network collaborativo in cui idee e informazioni possono circolare liberamente e in tutte le direzioni.
Una volta compresa la direzione da prendere, ci sono molte vie per raggiungere l’obiettivo “agilità al lavoro”. Una di queste è introdurre in azienda il lavoro per obiettivi, che richiede ad ogni singolo collaboratore e all’organizzazione nel suo complesso di:
- individuare e condividere degli obiettivi da raggiungere in tempi prestabiliti e praticabili;
- raggiungere in modo autonomo i risultati associati agli obiettivi prestabiliti, non limitandosi più al semplice svolgimento di compiti e mansioni;
- lasciarsi alle spalle la supervisione diretta di tutte le attività svolte e non indicare più a ciascun membro del team quali azioni compiere, puntando sulla responsabilizzazione dei singoli.
Esistono varie metodologie che possono guidare l’applicazione del lavoro per obiettivi in azienda. In questo articolo, con l’aiuto di Beatrice Taralla (Head of Human Resources di Subito e InfoJobs), approfondiremo il metodo PEAK. Vediamo di cosa si tratta.
Il 5 maggio intervisteremo Beatrice Taralla durante l’evento Smart Working Village:
per seguirla in diretta online puoi iscriverti qui.
Stabilire le priorità e rendere protagoniste le persone
La metodologia PEAK – acronimo che sta per Priority, Empowerment, Alignement e Knowledge – abilita, come abbiamo accennato, l’introduzione del lavoro per obiettivi in azienda. «Abbiamo introdotto il metodo PEAK a partire da gennaio 2020, con il supporto di un coach specializzato» ci ha raccontato Beatrice. «Il passaggio al lavoro per obiettivi è stato per Subito e InfoJobs una naturale conseguenza del processo di trasformazione organizzativa che ci ha portati anche a sottoscrivere, lo scorso settembre, una policy aziendale che permette alle nostre persone di adottare lo smart working fino al 100% del loro orario di lavoro. Si è trattato in entrambi i casi di un percorso graduale, in cui ogni membro dell’organizzazione è stato accompagnato nel cambiamento, rispettando i suoi tempi per un’adozione consapevole e non forzata del nuovo mindset e del nuovo modo di gestire relazioni interne e attività».
«La metodologia PEAK si compone di 4 elementi» ha proseguito Beatrice Taralla. «Il primo è quello della prioritizzazione: ogni team deve individuare in modo autonomo e proattivo gli obiettivi da raggiungere durante ogni quarter, e quali azioni mettere in campo per perseguirli in modo efficace, contando sulle proprie competenze, sugli strumenti a disposizione del proprio team, ma anche sul coordinamento e la collaborazione con gli altri team aziendali. Il secondo elemento è l’empowerment delle persone» ci ha spiegato Beatrice. «Questo significa restituire ai singoli uno spazio decisionale e di manovra nello svolgimento delle loro attività, superando le dinamiche rigidamente gerarchiche e favorendo la responsabilizzazione e l’autonomia diffusa. Se gli adulti vengono trattati da adulti» ha sottolineato Beatrice Taralla, «le aziende possono essere certe di registrare livelli crescenti di impegno, motivazione, propositività, senso di appartenenza e benessere».
Un processo, quello dell’empowerment, che riguarda da vicino anche leadership e management: un buon numero di esperti sta infatti riflettendo sui cambiamenti che interesseranno questi ruoli in un contesto operativo sempre più orientato alla valorizzazione delle persone in azienda, alla creazione di occasioni di crescita professionale e personale, alla condivisione di una visione globale e di un’identità valoriale in cui ciascun lavoratore possa “toccare con mano” il proprio contributo e la propria importanza (ne abbiamo parlato qui e qui).
Mantenere l’allineamento e migliorare continuamente
Passiamo ora ad approfondire le altre due componenti del metodo PEAK, ovvero allineamento e miglioramento continuo (Alignment e Knowledge).
«Con PEAK, l’allineamento all’interno dell’azienda prevede innanzitutto la condivisione di una linea guida da parte del management per orientare i team verso le aree su cui focalizzarsi; segue un momento di feedback sulle ambizioni esplicitate dai team e, infine, l’accordo nel lavorare su determinati obiettivi trimestrali per raggiungere reali benefici. Ogni settimana, inoltre, l’allineamento interno viene garantito dalla pratica del “Gemba Walk”, uno dei pilastri dell’approccio Lean. Il termine giapponese “gemba” indica il luogo in cui avvengono le cose, in cui viene creato valore» ci ha spiegato Beatrice.
«In sostanza, ogni lunedì ciascun team ha 15 minuti per esprimere a tutta l’azienda il proprio livello di confidenza nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Si tratta di un momento di confronto e di feedback su problematiche che possono portare a dei blocchi nelle attività e sui miglioramenti possibili. Ognuno raccoglie suggerimenti dal management e da tutti i colleghi degli altri team, mettendosi in ascolto direttamente sul campo. Questo permette di mantenere la coesione all’interno dell’azienda e una visione complessiva sull’andamento delle varie attività, in un’ottica di totale trasparenza».
Ultima ma non ultima viene la predisposizione e l’apertura all’apprendimento e al miglioramento continui: «La lettera finale dell’acronimo PEAK sta per “Knowledge”. Questa parola condensa in sé la disponibilità di ogni membro dell’organizzazione, a tutti i livelli, all’apprendimento e al miglioramento continuo, attraverso percorsi di formazione e scambio di conoscenze con i colleghi e lo sviluppo di una cultura del feedback. In questo senso, Subito e Infojobs hanno avviato un programma strutturato per il talent development, basato sui driver del talento individuati dall’intera organizzazione» ha concluso Beatrice.
Il cammino intrapreso da Subito e Infojobs per fare tesoro dell’esperienza radicale vissuta in questi mesi si colloca quindi sotto il segno di una nuova e imprescindibile centralità di ogni singolo membro dell’azienda, puntando sul suo coinvolgimento e sul suo ruolo attivo nel consolidamento e nella diffusione della cultura e dei valori aziendali durante l’intero percorso di carriera, con un’attenzione costante che va dall’assunzione alle opportunità di crescita interna. «Sono le persone a fare il modello organizzativo» ha osservato Beatrice in chiusura della nostra chiacchierata, «ed è il loro coinvolgimento e il loro grado di identificazione con i valori dell’organizzazione a influenzare in modo costante, e talvolta inconsapevole, il successo e l’orientamento delle scelte aziendali e manageriali. Ecco perché noi di Subito ed Infojobs siamo convinti di non poter prescindere dalle persone e dalla loro esperienza di lavoro nella definizione del nostro percorso di crescita e trasformazione».
Per conoscere più nel dettaglio l’esperienza di smart working di Subito e InfoJobs
puoi seguire lo speech di Beatrice Taralla il 5 maggio.
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